Avvenire di Calabria

Raccoglie consensi l’iniziativa delle cene a tema proposte dal ristoratore calabrese in tutta Italia e anche in Europa

Nuovi riconoscimenti allo chef reggino Filippo Cogliandro

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

di Cristina Landini * - A Palazzo Montecitorio tantissimi sono i premi e le onorificenze tributate a Filippo Cogliandro, dal Premio Paolo Borsellino per la sua azione civile e sociale, rivolta prevalentemente agli studenti, alla nomina di Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo – nel 2012 ha creato il progetto de “Le Cene della Legalità” dove la sua cucina diventa pretesto per raccontare, parlare, ricordare la difficile realtà calabra. Proprio uno di questi eventi si è tenuto ieri all’interno del Food& Book che, alla quinta edizione, dal 13 al 16 è tornato a Montecatini Terme. In particolare nella serata di ieri, si è tenuta la Cena della Legalità con lo Chef calabrese Filippo Cogliandro e l’autore Carmine Abate, noto scrittore originario della provincia di Crotone, da sempre impegnato sul tema dell’accoglienza e delle diversità.

Il progetto che viene portato in Italia e all’estero con dedizione, disinteresse personale e altruismo, infatti il simbolo delle Cene è un polpo in un cucchiaio che simboleggia la volontà di come il cucchiaio – la cucina – sia la risposta alla mafia, diventando un messaggio di speranza per la Calabria.

Filippo Cogliandro è stato insignito anche del Melvin Jones Fellowship Award, massima onorificenza Lionistica, e oggi a Palazzo Montecitorio la consegna delle insegne del Collegium Cocorum da parte della FIC, Federazione Italiana Cuochi, un capitolo a parte, un prezioso riconoscimento al suo lavoro, dimostrando di meritare a pieno titolo il riconoscimento alla sua cucina che parla della Calabria.

La “sua” Regione vista dai suoi occhi, infatti Filippo è la Calabria, lo chef ci invita a gustare i suoi piatti che parlano del mare, della natura, a guardarla, a “vedere” un mondo deformato attraverso i sapori della sua cucina ma anche attraverso le suggestioni del cuore.

Filippo Cogliandro definisce poesia la sua professione, obbligando noi osservatori dei suoi piatti ad un viaggio dentro di noi, dentro la sua umanità, i suoi sono sguardi posati su spiagge deserte, macchie di pioggia, passi cancellati dal vento, attimi di vita sospesa, il silenzio, le nuvole che si soffermano dai loro misteriosi viaggi, emozioni che ritroviamo in fondo all’anima di una Regione bellissima e affascinante, piena di sapori e colori, ma anche di speranza e di sorrisi, di gioia nei colori spudorati del suo mare, di ragazzi e di giovani aziende che vogliono crescere, un riconoscimento dunque alla sua cucina, che è un pretesto per narrare ai giovani e alle scuole la bellissima storia della sua Calabria.

La cerimonia ha avuto quest’anno il patrocinio della Camera dei Deputati e si è svolta alla presenza di esponenti delle istituzioni e personalità del giornalismo.

Articoli Correlati