
ASCOLTA IL PODCAST | Vittime di mafia, voci dalla Calabria
Ai nostri microfoni ascolterete le parole di Stefania Gurnari, madre del piccolo Antonino ferito dalla ‘ndrangheta, e don Pino Demasi.
Nuovo sabotaggio la scorsa notte contro la cooperativa Valle del Marro. È il settimo in dieci giorni contro questa bella realtà nata dodici anni fa dalla collaborazione tra la diocesi di Oppido-Palmi e Libera, e col sostegno del Progetto Policoro della Cei, per coltivare terreni confiscati alla 'ndrangheta. Questa volta ad essere colpito è un campo coltivato a kiwi nel territorio del comune di Gioia Tauro.
Come nei primi quattro sabotaggi è stato tagliato l'impianto irriguo e rubati il fertirrigatore e il desabbiatore. Esattamente come dieci giorni fa. Un danno gravissimo in questi giorni caldi e secchi, soprattutto perché si tratta di un impianto giovane e per questo delicato. Proprio il ripetersi della stessa modalità di danneggiamento conferma l'ipotesi di un'unica regia, di un unico e preoccupante attacco contro la cooperativa.
Per gli inquirenti ormai non ci sono più dubbi, la Valle del Marro è sotto attacco e si cerca soprattutto di provocare più danni economici possibili "per metterla in ginocchio". Nello stesso senso l'incendio di una settimana fa che ha distrutto 50 ulivi secolari. Ma, per fortuna, cresce anche la solidarietà.
Proprio oggi la Fondazione Il Cuore si scioglie di Unicoop Firenze, da anni al fianco della Valle del Marro e importante partner commerciale, ha lanciato un crowdfunding su Eppela, a cui è possibile contribuire collegandosi QUI per dare un segnale di speranza e un aiuto concreto a chi quotidianamente si batte con coraggio e sacrificio a difesa della legalità. Tutto il ricavato della raccolta andrà a sostegno della Valle del Marro, per far ripartire le attività nei terreni danneggiati. Un'iniziativa ancora più preziosa dopo il settimo sabotaggio.
Ai nostri microfoni ascolterete le parole di Stefania Gurnari, madre del piccolo Antonino ferito dalla ‘ndrangheta, e don Pino Demasi.
Libera Reggio Calabria ha un nuovo referente locale, si tratta dell’avvocato Elena Crucitti. Succede all’avvocato Giuseppe Marino alla guida dell’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti.
La questione della “malavita” non riguarda solo chi paga o ha pagato il conto più alto in prima persona o in famiglia. Serve riflettere per ribaltare tutti i modelli che privilegiano i più furbi.