Avvenire di Calabria

Oltre la curva sud

La sfida «metropolitana»

Davide Imeneo

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

È già la terza volta che, in questo 2017, proponiamo all’attenzione dei nostri lettori il tema dell’area metropolitana dello Stretto. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo perché crediamo fortemente nelle possibilità – ancora non pienamente espresse – offerte da una effettiva sinergia tra le due sponde gemelle. Una vera collaborazione, infatti, permetterebbe di costruire, attorno allo Stretto, una grande metropoli, foriera di servizi e sviluppo, di cultura e occupazione. Per capirne di più – soprattutto in termini di operatività – abbiamo intervistato il sindaco di Messina, Renato Accorinti, autentico pioniere dello sviluppo “interistituzionale” dello Stretto. Il primo cittadino peloritano ha in mente il «Modello Budapest », di cui riferiamo diffusamente a pagina 3. «Le acque dello Stretto non devono dividerci ma devono unirci», è lo slogan che ne sintetizza le finalità.

La vision di Accorinti è condivisibile quasi in toto, ma ciò che onestamente preoccupa è la mancata corrispondenza di sforzi e ideali dalla sponda reggina.

La tentazione di curare il proprio orticello ha sempre appesantito la crescita e lo sviluppo dell’area dello Stretto. La mentalità da «Curva Sud», per la quale l’orgoglio vale più della comunione e la competizione più della collaborazione, ha causato la retrocessione ambientale, umana, economica e sociale di Reggio Calabria. Uno scadimento senza tregua. Mentre il resto d’Italia, della Calabria (si pensi a Lamezia) e della Sicilia (si pensi a Catania) ha costruito ponti, valorizzando il territorio e accelerando crescita e sviluppo, i reggini e i messinesi sono rimasti affacciati allo Stretto, a contemplarne le bellezze ma senza sfruttarne le potenzialità. C’è il rischio, e lo scriviamo augurandoci di essere smentiti dal futuro, che lo Stretto resti stretto, che le idee di Accorinti restino visioni, che le riunioni e le conferenze di servizi si sciolgano negli annunci delle conferenze stampa conclusive. Che le promesse dei fondi europei muoiano in progetti sognati, scritti, disegnati e mai realizzati.

La cartina al tornasole sarà l’appuntamento del 22 maggio. A Messina si svolgerà il «G7» delle città metropolitane del Sud. Saranno assunti impegni, ci ha assicurato il sindaco Renato Accorinti. E noi verificheremo che questi impegni diventino fatti concreti. Ma la politica, anche se sana e bene intenzionata, non riuscirà – da sola – a unire lo Stretto. Perché in questo lembo di territorio si gioca un’identità, prima ancora che uno sviluppo. E allora la domanda da porre alla base di ogni progetto è un’altra: ma i reggini e i messinesi voglio davvero diventare cittadini dello Stretto o continueranno a impegnarsi e faticare... ognuno nel proprio orticello?

Articoli Correlati