Un’emergenza che ogni anno alza il suo allarme sociale e sanitario: milioni di metri quadri di amianto presenti sul territorio calabrese continuano a mietere sgomento, sofferenze e preoccupazione. Massimo Alampi, responsabile Ona (Osservatorio nazionale amianto) Reggio Calabria ha risposto ad alcune nostre domande relative alla grave problematica.
L’amianto è stato bollato come materiale fuori legge agli inizi degli anni ‘90. Eppure, secondo i dati, attualmente sono 155 i milioni di metri quadri di amianto presenti nel territorio calabrese, circa 30 ettari a Reggio Calabria. Dovremmo essere preoccupati...
La preoccupazione c’è e ci deve essere, a trent’anni dalla messa al bando dell’amianto, ancora si è fatto molto poco o nulla. La presenza su Reggio di 30 ettari di manufatti in cemento amianto è sottostimata, manca una mappatura capillare, nonostante la Regione Calabria sia dotata del Prac (Piano regionale amianto Calabria), che oltre ad essere una sigla è una legge regionale a tutti gli effetti, ma per molti comuni calabresi, Reggio compresa, rimane solo una sigla.
L’amianto è presente vicino a centri abitati, addirittura a volte fa parte di case dove vi risiedono le persone, c’è indifferenza da parte della popolazione o qualcosa sta cambiando?
La soglia dell’attenzione è sicuramente più alta rispetto agli anni precedenti, ma le segnalazioni dei cittadini agli enti competenti, laddove si denunciano criticità amianto, o rimangono nel dimenticatoio, o fanno il giochetto del rimbalzo di competenze. Per questo motivo, tutte le segnalazioni pervenute all’Osservatorio vengono inoltrate “anche” alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria o a quella di competenza territoriale.
Denunce giustamente insistenti ci sono e continuano ad esserci da parte di molti lavoratori esposti all’amianto quotidianamente...
I lavoratori molto spesso sono costretti a lavorare in ambienti inquinati da amianto e cancerogeni. Basta solo leggere i report Inail anno per anno. Tra il 2019 e il 2020 sono stati censiti circa 1000 lavoratori nuovi esposti all’amianto, ai sensi della legge 208/15 articolo 1 comma 277 solo in Calabria, molti dei quali ancora oggi attendono quantomeno di accedere ai benefici amianto, legge numero 257/92 articolo 13 comma 8, se benefici si possono chiamare.
Cosa si potrebbe fare che ancora non si è fatto per arginare l’emergenza?
È necessario un controllo capillare sul territorio, che non è mai avvenuto, ma basta solo applicare le leggi vigenti, non c’è nulla da inventare. È fondamentale la mappatura, il censimento dei manufatti con ordinanza sindacale del sindaco pro tempore, attuare il Piano comunale amianto (anche questo disatteso a Reggio Calabria), e tanto altro ancora previsto nel Prac. Il rischio è che il cittadino bonifica e smaltisce abusivamente: si trova amianto per le strade come fosse un normale rifiuto.