Avvenire di Calabria

Il 22 e 23 febbraio 2019 si è tenuto il convegno a Rizziconi presso l’Auditorium diocesano ''Santa Famiglia di Nazareth''

Oppido Mamertina-Palmi, concluso il convegno dei catechisti

Redazione Web

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Il 22 e 23 febbraio 2019 si è tenuto a Rizziconi presso l’Auditorium Diocesano “Santa Famiglia di Nazareth” il convegno Diocesano dei catechisti organizzato dall’Ufficio catechistico della Diocesi Oppido Mamertina – Palmi (RC), sul tema “La Comunità Cristiana… genera alla fede oggi ?”.Il primo giorno, dopo i saluti di Don Giuseppe Sofrà, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano,  e l’intronizzazione della Parola di Dio, ha aperto i lavori Fratel Enzo Biemmi fsf che, affrontando il tema “Verso una Pastorale generativa…”, ha evidenziato la scarsa partecipazione dei ragazzi al catechismo e l’abbandono degli adolescenti dopo avere ricevuto i Sacramento dell’Eucaristia e della Confermazione.
Ha, inoltre, rimarcato la situazione in cui versa oggi la famiglia italiana, il cui 51% sceglie la convivenza e il 25% opta per il matrimonio con rito civile, e il crescente aumento delle separazioni che pongono i ragazzi nella difficile situazione di vivere in famiglie “allargate” e avere i genitori che li accompagnano agli incontri già impegnati con altre relazioni.
 
Situazione ancora più messa in evidenza nel corso della successiva Tavola Rotonda in cui ha detto bene la coppia della Pastorale della Famiglia, Ettore Russo e Carmen Manno che è la crisi della famiglia che ha generato la crisi della fede, evidenziando che l’educazione alla fede dei ragazzi deve essere frutto di sinergie tra parroco, catechisti, famiglia e comunità; solo unendo le proprie forze verso questo obiettivo comune sarà possibile raggiungere la finalità di un maggior coinvolgimento dei ragazzi e degli adolescenti alla vita comunitaria parrocchiale.
Questo elemento è stato altresì approfondito e sostenuto da due rappresentanti della Agesci e da Due catechiste dell’oratorio della Parrocchia di Gioia Tauro, che hanno esposto la loro esperienza di lavoro in Oratorio. A fronte dell’assenza e del disinteresse hanno cercato di coinvolgere i ragazzi responsabilizzandoli nelle attività dell’Oratorio, nella promozione e realizzazione di iniziative in campo sociale e all’interno della stessa comunità parrocchiale, ottenendo discreti risultati. 
Don Giuseppe Ascone, che ha moderato la Tavola Rotonda, ha evidenziato che occorre oggi rivolgere, sull’esempio di San Giovanni Bosco e seguendo l’invito di Papa Francesco, particolare attenzione ai ragazzi emarginati che hanno difficili rapporti familiari e/o sociali. Una comunità feconda genera alla fede se riesce ad accogliere e indirizzare le nuove generazioni, nel momento in cui la crisi dei valori e lo sfaldamento delle famiglie produce inevitabilmente giovani disinteressati e spesso incapaci di fronteggiare le avversità e gli ostacoli della vita.
 
Se i ragazzi si sentono accolti e consigliati dalla comunità parrocchiale dentro a tutte le proprie esperienze, anche se in seguito si allontaneranno, conserveranno dentro di loro la gratitudine e la stima verso gli educatori. Su questi sentimenti di apprezzamento e di empatia il Signore, nelle occasioni che Lui conosce, potrà innestare in loro un nuovo interesse per la vita di fede.  
Si tratta, quindi, di riscoprire il volto missionario delle Parrocchia che deve mettersi al servizio della fede delle persone, soprattutto attraverso l’accoglienza: tutti devono trovare nella Parrocchia una porta aperta nei momenti tristi e in quelli gioiosi della vita. L’accoglienza, affettuosa e gratuita, è la condizione prima di ogni evangelizzazione.
 
Nello stesso tempo, bisogna anche esercitare l’umiltà ed essere capaci di lasciarsi ospitare dalle loro storie di vita, perché nessuno possa sentirsi lasciato ai margini.
Il compito delle nostre comunità non è solo, quindi, quello di trasmettere dottrine, ma di comunicare storie che ci hanno cambiato la vita e di farlo in qualità di testimoni, per trasmettere la Misericordia di Dio nella vita delle persone esposte al limite, alla fragilità, al peccato.
La seconda giornata del convegno dei catechisti si è aperta con la tavola rotonda "La Comunità Cristiana tessuto che genera: Quali responsabilità?"
Don Giuseppe Sofrà, Direttore UCD, dopo un breve introduzione ha moderato gli interventi cedendo la parola a Don Antonello Messina Direttore UfDioc. per la Pastorale della Famiglia, che ha presentato il proprio ufficio composto da lui e da cinque famiglie, con lo scopo di promuovere degli incontri formativi e spirituali con famiglie e gruppi di fidanzati nelle diverse Vicarie. Ha evidenziato le difficoltà che la famiglia oggi incontra nel rapportarsi con delle correnti che mirano a snaturare il valore e il senso della stessa (Gender, matrimoni gay, convivenze, ecc).
 
Don Vincenzo Alampi, Diacono Direttore della Caritas Diocesana, che con chiarezza e semplicità ha illustrato il servizio che la Caritas attua concretamente per contrastare le diverse forme di povertà presenti nel territorio, che non sono rappresentate solo dagli svantaggi finanziari di persone che versano in condizione di indigenza, ma anche da fattori ambientali fortemente disagiate (immigrati, disoccupati, ecc.).
E' seguito l'intervento del Direttore del Centro Diocesano Vocazioni don Gaudioso Mercuri, il quale è impegnato, con la collaborazione dei componenti dell'ufficio, a svolgere costantemente un'azione di sensibilizzazione delle comunità innanzitutto alla preghiera per le vocazioni, a presentare attraverso la testimonianza la bellezza di seguire il Signore che chiama alla speciale consacrazione. Mettendo in luce gli ostacoli che spesso le famiglie stesse pongono ai giovani per depistare la realizzazione degli stessi in una risposta-scelta di vita consacrata chiamata a seguire il Signore più da vicino. Inoltre, Don Gaudioso, ha evidenziato che purtroppo, gli interventi che gli operatori dell'ufficio fanno nelle parrocchie non hanno una ricaduta di impegno continuo nella pastorale delle comunità ospitanti. 
 
Rilevante importanza, invece, rivestono i campi scuola, dove viene data la possibilità ai giovanissimi e giovani di fare esperienza di comunità cristiana, nella preghiera e nell'impegno concreto a servizio gli uni degli altri. L'efficacia dell'esperienza è determinata dalla scelta di giovani a iniziare un cammino serio di discernimento che permette l'entrata al seminario. Tuttavia è stata sottolineata la carenza di seminaristi nel Seminario minore diocesano, che rischia addirittura la chiusura. 
 
Ha concluso la tavola rotonda il Direttore dell'Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile Don Domenico Loiacono, il quale ha riportato gli esiti positivi, della pastorale giovanile, che vede un coinvolgimento sempre più numeroso alle iniziative che vengono proposte ai giovanissimi e giovani, come incontri formativi, di spiritualità, campi scuola. Una forte partecipazione numerosa e gioiosa è avvenuta in occasione della Festa dei giovani che si è tenuta a Rende il 27 gennaio scorso in concomitanza con la GMG di Panama, dove hanno partecipato circa 250 tra adolescenti e giovani insieme, per dare un senso di comunione. Dagli incontri per fasce di età i giovani si sono lamentati di non essere ascoltati e hanno manifestato la "noia" della Liturgia, evidenziando una mancanza di formazione soprattutto liturgica. Don Domenico ha auspicato che ogni parrocchia abbia un referente che costituisca un anello della rete che è necessario intessere tra L'ufficio e le parrocchie.
Tutti sono stati concordi nell'affermare la necessità di una Pastorale unitaria, integrata, capace di mettere in rete tutte le realtà, rispondendo alla vocazione missionaria battesimale con responsabilità.
 
Dopo un break di ristorazione il relatore Fratel Enzo Biemmi, ha tenuto la relazione conclusiva del convegno "Quale comunità genera alla fede oggi ?" 
Per generare alla vita cristiana bisogna mettere in atto la prassi 
del "generare" alla vita in genere. Quindi è necessario: DESIDERARE - CONCEPIRE - PARTORIRE - AVERE CURA - LASCIAR PARTIRE UNA VITA NUOVA. E' la Madre Chiesa che genera i figli. L'iniziazione cristiana è un problema ecclesiale di una Comunità che gioisce, pertanto deve avvenire una conversione missionaria di tutta la Chiesa universale.
 
Per sottolineare la condizione della pastorale del nostro tempo, fratel Enzo ha fatto riferimento a  quanto Papa Francesco afferma: che non stiamo vivendo un'epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento di epoca.
Ha, quindi, presentato questo radicale cambiamento del Cristianesimo attraverso la lettura dei "segni dei tempi" che collocano la nostra Epoca in una posizione di transizione tra un tempo indicato con l'anno 1960, in cui si trasmetteva la fede per tradizione dove tutte le componenti della società/comunità (famiglia, scuola, parrocchia, comunità in genere) avevano lo stesso linguaggio ad un'epoca in cui il Cristianesimo  sarà una scelta per convizione ed esperienza. Quindi dai molti cristiani per tradizione si passerà ad essere una minoranza, pochi cristiani convinti.

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