Avvenire di Calabria

Consegnati altrettanti immobili sottratti alla criminalità organizzata

Otto nuovi presidi di legalità a Reggio Calabria

Federico Minniti

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Condello, Labate, Libri, De Stefano, Araniti: sono tutti cognomi tristemente noti per essere “famiglie” di ‘ndrangheta. I loro beni o quelli dei loro prestanome, adesso, saranno “cosa di tutti”. Così Reggio Calabria ha deciso di ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta saltati per aria per la bomba di Capaci. Otto immobili confiscati ai clan sono stati, infatti, destinati ad altrettanto associazioni del territorio: quelli che sembravano feudi delle ‘ndrine, come via Mercatello ad Archi per i Condello oppure via Gebbione a mare per i Labate, adesso saranno spazi di legalità. A farsene carico realtà strutturate come l’Agesci, la Piccola Opera Papa Giovanni e l’Arci, ma anche cooperative sociali come “Nuova Solidarietà” e “Happy Days” e associazioni come “Alcolisti anonimi” e “Pensando Meridiano”. Infine anche un’associazione temporanea di impresa “Oltre i confini”. Carismi diversi con un obiettivo comune: servire la collettività riconsegnando il maltolto dalla criminalità organizzata. Tanti gli “strumenti” che saranno utilizzati: il quartiere di Archi, ad esempio, si doterà di una biblioteca, un cineforum e un centro di formazione; il rione popolare del Gebbione, invece, di un laboratorio urbano per l’innovazione, mentre nella periferia collinare di Cannavò ci sarà un centro di aggregazione nuovo di zecca.
Anche il centro storico godrà di questa “rivoluzione silenziosa”: saranno attivati diversi presidi di sostegno alle fasce più deboli della società. Insomma Reggio Calabria sfrutterà a pieno questo patrimonio sottratto alle cosche: «L’esempio di uomini come Giovanni Falcone deve essere la stella polare del nostro impegno quotidiano», ha commentato Nancy Iachino, delegata comunale ai beni confiscati. E questo è solo l’inizio.

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