
La Messa in suffragio del Papa sarà giovedì in Cattedrale a Reggio
L’arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone parteciperà alla celebrazione esequiale
Papa Francesco presiederà la liturgia del Giovedì Santo nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, nello stesso luogo dove celebrò, nel 2013, la sua prima messa In Coena Domini. La conferma - come riporta Avvenire - è arrivata poche ore dopo le dimissioni del Papa dal Policlinico Gemelli dal direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni. La Messa sarà in forma ristretta, non aperta al pubblico. È prevista però una diretta streaming sul canale Youtube di Vatican News per poter seguire la celebrazione anche da casa.
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Il precedente, 10 anni fa Papa Francesco nel carcere minorile
Da giovedì si entra nel vivo delle celebrazioni pasquali, con la Messa del Crisma nella Basilica vaticana e poi la Messa della Cena del Signore, con il rito antico e sempre commovente della Lavanda dei piedi. Va ricordato che nell’istituto alle porte di Roma, il Papa aveva lavato quel giorno i piedi a dieci ragazzi e due ragazze di nazionalità e confessioni diverse: «Lavare i piedi significa che dobbiamo aiutarci l'uno con l'altro», aveva detto loro, spiegando il gesto. «È mio dovere come prete e come vescovo essere al vostro servizio», aveva aggiunto. «Ma è un dovere che mi viene dal cuore: lo amo. Amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato». Poi aveva espresso l’invito che negli anni a seguire ha sempre rivolto alle nuove generazioni: «Non lasciatevi rubare la speranza».
Come riporta Vatican News «colpì allora la scelta del neo eletto Papa di annullare la solenne celebrazione della Messa dell’ultima Cena nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, per recarsi invece in un luogo simbolico, crocevia di storie di sofferenza, dolore ma anche di rinascita. Una ‘tradizione’, questa, che Jorge Mario Bergoglio aveva sempre mantenuto da arcivescovo di Buenos Aires, vivendo i momenti fondamentali della nascita del cristianesimo in mezzo alle “periferie esistenziali” e che ha voluto ripristinare poi a Roma». Per tutti gli anni successivi, il Papa ha sempre celebrato infatti il Giovedì Santo in penitenziari, centri profughi, strutture di accoglienza e cura di malati o giovani in condizioni di disagio.
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