Avvenire di Calabria

Papa Francesco: nessun contratto con persone o società con “sentenze di condanna” o con “sospetto di affiliazione con organizzazioni criminali”

di Redazione Web

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Non possono partecipare alle procedure di acquisto o stipulare contratti con gli enti vaticani gli operatori economici o società nei cui confronti “siano intervenute sentenze o altri provvedimenti di condanna, anche non definitivi, o sia comunque pendente un procedimento penale”, oppure se “vi sia fondato sospetto di affiliazione, anche esterna, con organizzazioni criminali”. È quanto si legge nel Motu proprio sui contratti pubblici diffuso oggi dal Papa, in cui si vieta inoltre di fare affari con persone o società verso le quali “siano pendenti indagini per reati di riciclaggio e autoriciclaggio, corruzione, frode, terrorismo e suo finanziamento e sfruttamento di persone”.

Per Francesco, inoltre, un operatore economico può essere escluso dall’elenco dei fornitori “se non ha ottemperato agli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali o di altre provvidenze a favore dei lavoratori, secondo la normativa del Paese in cui è stabilito; se ha commesso gravi violazioni degli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse; se è stato inadempiente rispetto agli obblighi in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, secondo la legge o i contratti collettivi applicabili; se è residente ovvero stabilito in Stati o territori aventi regimi fiscali privilegiati; se è sottoposto ad una procedura di insolvenza o di liquidazione, o se è in stato di amministrazione controllata; se professionista che ha commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, delle regole deontologiche stabilite dall’Ordine professionale di appartenenza; se ha commesso gravi violazioni degli obblighi in materia ambientale definitivamente accertate; se residente ovvero stabilito in Giurisdizioni a rischio elevato di riciclaggio, finanziamento del terrorismo e/o proliferazione delle armi di distruzione di massa”.

La Segreteria per l’Economia, d’intesa con l’Apsa, con procedimento congiunto con il Governatorato, con proprio provvedimento – dispone il Papa – “adotta e aggiorna periodicamente l’elenco dei prezzi e corrispettivi di riferimento nelle classi di specializzazione per i beni e servizi richiesti o effettivamente acquistati dagli Enti, nonché del costo del lavoro e delle tariffe dei professionisti”. I prezzi e i corrispettivi di riferimento sono stabiliti ed aggiornati sulla base di criteri, meccanismi e modalità individuati in specifiche Linee guida definite dalla Segreteria per l’Economia. La Segreteria per l’Economia, l’Apsa e il Governatorato possono chiedere all’Ufficio del Revisore Generale di effettuare verifiche sulle attestazioni rese dagli operatori economici. Ogni ente vaticano è tenuto a richiedere l’approvazione del prefetto della Segreteria per l’Economia quando un atto di spesa superi il 2% dei costi totali dell’ente stesso, con la cifra desunta sulla media dei bilanci consuntivi degli ultimi tre anni. “In ogni caso – si stabilisce – per gli atti il cui valore è inferiore a 150 mila euro non si richiede approvazione”.



Fonte: Agensir

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