Avvenire di Calabria

Papa Francesco: primo giorno di convalescenza a Santa Marta. Maira (neurochirurgo), “ha avuto una malattia grave, ma sensibilità e intelligenza sono ancora vive”

di Redazione Web

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“Il Papa ha avuto una malattia grave, quasi da rianimazione, ha avuto problemi respirativi e infettivi, e ancora una volta li ha superati tutti”. Giulio Maira, neurochirurgo e fondatore della Fondazione Atena, ha risposto così – nel corso di una conferenza stampa in sala stampa vaticana sul Summit sulla longevità – alle domande sulla salute del Papa, che oggi, nella sua stanza 201 a Casa Santa Marta, trascorre il suo primo giorno di convalescenza. A quanto si apprende, il Santo Padre sta proseguendo la terapia farmacologica e la fisioterapia respiratoria e motoria, secondo le indicazioni dei medici rese note durante il briefing di sabato scorso dal Gemelli.  Lo staff medico, capitanato dal prof. Sergio Alfieri, che ha avuto in cura il Pontefice nei 38 giorni di degenza nel nosocomio romano ha prescritto al Santo Padre, che è stato dimesso in dimissione protetta, almeno due mesi di convalescenza, in condizioni di riposo, sconsigliando incontri con gruppi di persone e grossi carichi di lavoro. “Ci siamo preparati per accoglierlo a casa”, aveva assicurato Luigi Carbone, vicedirettore della Direzione Igiene e Sanità dello Stato della Città del Vaticano e medico referente del Santo Padre, durante il briefing di sabato scorso, spiegando che al Papa durante la convalescenza iniziata oggi viene assicurato il fabbisogno giornaliero di ossigeno e l’assistenza medica 24 ore su 24, che la Direzione Igiene e Sanità del vaticano può fornire anche in situazioni di emergenza. “Il suo fisico rimane debole, le infezioni potrebbero ripresentarsi, ma si farà di tutto perché la fase grave non si ripresenti”, ha aggiunto Maira, rivelando di essere stato molto colpito che, al momento dell’affaccio dal balcone del Gemelli, “il Papa, tra le tante persone presenti, ha individuato e citato la signora con un mazzo di fiori gialli. Ha capito la delicatezza del pensiero, vuol dire che la sensibilità, l’intelligenza e la capacità di analisi sono ancora vive”.

Fonte: Agensir

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