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“Il sistema multilaterale è lungi dall’essere perfetto e dobbiamo continuare a lavorare per riformarlo; tuttavia, l’ordine che poggia su questo sistema è l’unico strumento che permette la pace, lo sviluppo e il benessere. Cercheremo di cooperare con i partner nel mondo per perseguire questo obiettivo”. Così la commissaria europea per la preparazione, la gestione delle crisi e l’uguaglianza Hadja Lahbib ha concluso il suo intervento in emiciclo a Strasburgo nel corso di un dibattito dell’Europarlamento dedicato al tema del ritiro degli Usa dall’Accordo di Parigi e dall’Organizzazione mondiale della Sanità e all’annuncio fatto da Donald Trump dello smantellamento dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo internazionale. In un contesto di sfide globali, aveva esordito Lahbib, è necessaria una risposta multilaterale. L’Accordo di Parigi era stato “una svolta nel multilateralismo e nella lotta globale contro il cambiamento climatico”.
La decisione statunitense è motivo di profondo dispiacere, ma l’Ue continuerà a impegnarsi nel cammino aperto da Parigi. Preoccupa l’Ue anche il ritiro dall’Oms perché, come avvenuto al tempo del Covid-19, “le azioni internazionali sono necessarie per tutelare le vite e benessere dei nostri cittadini” e l’Oms continua a essere pietra angolare della cooperazione internazionale. E infine lo smantellamento degli aiuti umanitari: avrà un “impatto in tutto il mondo”, nonostante la deroga per i progetti salvavita, su cui manca una chiara definizione di quali siano. “Questa impostazione non andrà a beneficio nemmeno degli Usa, esacerberà le crisi mondiali e l’instabilità e avrà conseguenze negative per le comunità colpite come per tutta la comunità internazionale”.
Nel dibattito sono emerse profonde diversità di vedute dell’emiciclo: Michał Szczerba (Ppe) ha invitato a una risposta equilibrata, poiché “la prosperità non si costruisce su guerre commerciali”. La speranza è che “nell’ambito di un dialogo potremo tornare a difendere gli obiettivi comuni”. Invece per Ondrej Knotek (gruppo dei Patrioti) “il green deal è morto e se insistiamo ad applicarlo non riusciremo a proteggere gli europei dai cambiamenti né ad adattarci”. Anche Alexander Vondra (Conservatori e riformisti) ha affermato che “la decarbonizzazione radicale non è una fede a cui aderire a qualsiasi costo perché non ha alcun senso economico”. Se gli Usa hanno fatto “una inversione a u”, l’Ue deve da sola fare una propria valutazione e riformare profondamente il green deal. Per Michael Bloss (Verdi) la presidente Von der Leyen deve “difendere la nostra credibilità, quindi rispettare gli impegni assunti a livello internazionale”.
Fonte: Agensir