“La riforma delle pensioni è un tema per giovani, non per anziani”. Con queste parole il presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti, ha aperto questa mattina a Roma la giornata di consegna del Premio Satta, un riconoscimento nato per premiare le migliori tesi di laurea sul tema della previdenza sociale e per onorare la memoria di Salvatore Satta, storico dirigente del Patronato Acli scomparso nell’aprile 2020.
Questa seconda edizione è stata vinta ex aequo da Alessia Maria Di Martino, autrice della tesi “Problematiche sull’applicazione del principio di automaticità delle prestazioni previdenziali” e da Matteo Marasca, autore della tesi “Part time, donne e previdenza”. A consegnare il premio sono stati il Presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, e la Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. Nicola Preti, direttore generale del Patronato Acli, davanti a Lucia, figlia di Satta, ha ricordato il lavoro di Salvatore: “Ha formato e accompagnato centinaia di persone, ha investito sui giovani e ci ha sempre spronato a fare qualcosa di più.
Oggi abbiamo siglato il bando della prossima edizione del premio e ci piacerebbe nei prossimi anni dare un contributo anche per una borsa di studio”. Ha dato il via al dibattito sulla riforma delle pensioni in un’ottica di equità sociale Stefano Giubboni, professore ordinario di diritto del lavoro presso l’Università di Perugia: “Un mercato del lavoro come quello attuale non garantirà pensioni dignitose ai futuri pensionati. Bisogna orientarsi verso percorsi di qualità del lavoro. Abbiamo un tasso di disoccupazione troppo alto rispetto alla media Ocse, soprattutto tra donne e giovani, e abbiamo un numero impressionante di Neet, per i quali non si agisce in maniera adeguata”, ha spiegato Giubboni. “C’è una povertà lavorativa dilagante, generata anche dal part time involontario. La tenuta dei salari è un problema di sostenibilità del sistema del welfare.
Occorre intervenire subito per correggere le iniquità strutturale del nostro sistema pensionistico presente”. Paolo Ricotti, Presidente del Patronato Acli, ha commentato: “Il tema del welfare e delle tutele previdenziali non può essere scollegato dal tema del lavoro. Fino a ieri il sistema pensionistico teneva perché c’era una crescita nel numero di persone che lavorava, domani non sarà più così. Abbiamo sempre più carriere frammentate, flessibili. Un lavoro dignitoso è la base per avere una pensione dignitosa. Se salta questo vincolo solidaristico, salta il sistema di welfare e anche quello democratico”.
Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha rivendicato l’azione del governo e la sua attenzione verso i più fragili: “In 150 giorni abbiamo approvato la delega per la riforma della non autosufficienza. Non ci siamo chiusi, ma ci siamo aperti ad una condivisione che ha portato a recepire le indicazioni del Patto sulla non autosufficienza, di cui le Acli fanno parte. Abbiamo chiamato a raccolta il terzo settore, le parti sociali, le categorie professionali di rappresentanza e tutti coloro i quali portano delle competenze. Non c’è altra strada per scrivere riforme strutturali serie”. Ha concluso la giornata dedicata al Premio Satta, il Presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia: “Spesso si pensa che la previdenza sia una questione che si pone alla fine della carriera lavorativa, non c’è nulla di più sbagliato. Il Patronato Acli indirizza le persone nella selva delle leggi, dà risposte e raccoglie le frustrazioni della gente rispetto alla politica. Chiediamo al Governo di pensare a riforme strutturali, uscendo dalla logica dell’emergenza e pensando alle nuove generazioni che fanno fatica ad entrare nel mercato di lavoro e a costruirsi una famiglia”.
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