
“Sentiero Calabria”: dalla costa al cuore verde della regione, tra natura, cultura e turismo sostenibile
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«Ci sono tre famiglie che vivono tra i rifiuti e il paradosso sa qual è che quei detriti li ha fatti proprio il Comune di Reggio Calabria». Altro che sgombero inefficace, secondo Giacomo Marino, portavoce del Coordinamento delle associazioni che si occupano del disagio abitativo in riva allo Stretto, il vero problema della Polveriera è la salute pubblica messa a rischio dall’attività dell’Amministrazione comunale. «Ad agosto – spiega l’attivista – abbiamo presentato un esposto in Procura e all’Azienda sanitaria provinciale rispetto alla rimozione dei rifiuti edili che si sono ammassati dopo la demolizione delle prime baracche nell’area di pertinenza comunale dell’Ex Polveriera». Eppure il Comune di Reggio Calabria aveva previsto un unico appalto per lo “svuotamento” dell’area, appena conclusa la fase di ricollocazione delle famiglie e demolizione della baraccopoli.
«Peccato che quelle “case” erano coperte da tetti in amianto, la cui dismissione non è stata fatta secondo i criteri di legge», specifica Marino che svela come «nei giorni scorsi sono stato chiamato dalle famiglie che vivono nella baraccopoli. Era in corso un rilievo della Polizia scientifica: bene, è stato repertato amianto in quei cumuli. Quella è una bomba ecologica». Sono questi i “tempi burocratici” di cui parla il Comune rispetto alla lentezza delle operazioni di bonifica complessiva del sito? Marino evidenzia come «l’iter messo in atto dalla ditta incaricata, EcoPiana, lascia più di un dubbio così come le indicazioni date dall’architetto Giuseppe , funzionario comunale».
Un altro harakiri burocratico, poi, è stato posto in essere rispetto alle tre famiglie “ribelli” (quelle che vivono appunto accanto ai detriti lasciati dal Comune) sulle quali incombe un’ordinanza sindacale. «Ad agosto 2019 – racconta Marino – ci siamo seduti col dirigente comunale all’Edilizia residenziale pubblica, Daniele Piccione, che aveva preso l’impegno di fare l’ultima proposta a questi cittadini entro il 20 settembre scorso. Oggi siamo al 27 ottobre – conclude – e ancora non hanno ricevuto nulla».
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