Inizia il countdown per il grande flash-mob organizzato per il prossimo 17 ottobre al porto di Gioia Tauro. Al centro c'è il futuro del più importante e grande hub del transhipment del Mediterraneo. Una "norma" dell'Ue europea metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro. Il territorio si mobilita, in attesa di risposte da Bruxelles.
Il presidente Mancuso parla di «ecofollia Ets sulle emissioni inquinanti». La direttiva europea «evidenzia - dice - la distanza abissale tra dichiarazioni d’intenti e i bisogni reali dei popoli e, qualora non stoppata, minaccerebbe ogni prospettiva di sviluppo della Calabria, arrecando un danno enorme all’Italia».
Ci sarà anche lui alla mobilitazione in programma il 17 ottobre a Gioia Tauro, accanto ai portuali e a tutti coloro che avvertono sia dovere difendere la più rilevante piattaforma logistica dell’Italia e dell’Europa meridionale da cui dipende il destino di 4mila addetti, che il diritto allo sviluppo del Sud e del Paese.
Dal Consiglio regionale una mozione "salva-porto" di Gioia Tauro
Il Consiglio regionale è pronto a fare la propria parte. Sarà approvata, infatti, in linea con gli appelli lanciati dal presidente Occhiuto, «una mozione a tutela del porto di Gioia Tauro».
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Adesso, però, aggiunge Mancuso, «è indispensabile che politica, istituzioni, forze sociali e imprenditoriali, concordino una tempestiva linea d’intervento sulla Commissione europea, affinché prevalgano le ragioni di uno dei più grandi hub portuali del Mediterraneo».
«Confidiamo molto sugli esiti della riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Europa che si terrà il 16 ottobre. L’Europa che si appresta al voto tra qualche mese - conclude il presidente Mancuso - se vuole recuperare e irrobustire la fiducia dei cittadini nei suoi valori fondanti, non può presentarsi al loro cospetto con scelte ideologiche dissennate che colpiscono l’economia e le speranze di riscatto delle nostre comunità».