Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Tante città in una, con sacche di povertà assoluta in molti quartieri periferici messe in ombra dalle zone centrali più ricche. È la Roma reale che si contrappone a quella virtuale che in termine di benessere economico, stando agli indicatori dell’Istat, è al terzo posto in Italia dopo Milano e Bologna. È la Roma dei senza dimora che vivono in strada all’ombra dei monumenti, la Roma dell’esercito dei precari che quotidianamente si arrabatta in una città amata dai turisti di tutto il mondo. La Roma che si fa finta di non vedere ma che è portata alla luce dal VI Rapporto “La povertà a Roma: un punto di vista”, realizzato dalla Caritas diocesana, che quest’anno ha per tema “Le città parallele”.
Presentato questa mattina nella sala Ugo Poletti del Vicariato di Roma, il volume dedica l’introduzione alle “grida di dolore” della città che necessitano ascolto da parte delle istituzioni pubbliche e private oltre che del terzo settore. Aumentate le richieste di aiuto che nel 2022 hanno fatto registrare il dato più alto di accesso ai centri Caritas parrocchiali e ai servizi diocesani: oltre 25mila le persone che hanno avuto bisogno di sostegno, in primis quello alimentare. Al secondo posto la richiesta di aiuto per pagare le utenze. In pochi mesi è esaurito il fondo di 130mila euro istituito dalla diocesi di Roma e gestito dalla Caritas per supportare le famiglie. Un grido inascoltato da decenni è quello che riguarda l’emergenza abitativa.
Diciotto provvedimenti di sfratto ogni giorno, 2.800 quelli eseguiti nel 2022, il triplo rispetto al 2021. Il 90% sono per morosità incolpevole degli inquilini, un terzo del totale eseguito con l’ausilio delle forze dell’ordine. Tra i casi più gravi Caritas Roma annovera le 14mila famiglie in graduatoria per un alloggio popolare, con un’attesa media che tocca i dieci anni; le mille persone che vivono nei residence per “l’emergenza abitativa” che costano alle casse comunali oltre 25 milioni di euro l’anno; le 4mila famiglie che vivono in occupazioni informali e organizzate; i 23.420 senza dimora censiti dall’Istat nell’area metropolitana di Roma, la maggior parte nella Capitale. A questi vanno aggiunti 29.270 nuclei familiari che al 30 settembre scorso hanno chiesto al Comune un contributo per l’affitto. Oltre il doppio rispetto alle 12.999 domande del 2019. Servirebbero risorse per assicurare almeno mille euro a famiglia. Tutto questo a fronte delle oltre 110mila case che a Roma risultano sfitte. Per le famiglie crescono anche le difficoltà di accesso al Servizio Sanitario Nazionale a causa delle infinite liste di attesa. Inoltre la carenza di organico e la chiusura dei servizi ha aggravato anche la situazione delle persone con problemi di salute mentale e di conseguenza delle loro famiglie. Un altro “grido della città” è il sovraindebitamento.
Il 2022 è stato l’anno in cui le famiglie hanno raggiunto livelli di accesso al credito tra i più elevati del nuovo millennio. Nel Lazio spicca un aumento su base annuale di oltre il 9%. C’è poi chi pensa di potersi risollevare tentando la fortuna al gioco, ma di fatto non fa che aggravare la propria posizione. “Fa riflettere inoltre, nel 2022, che l’aumento della spesa per il gioco d’azzardo, nel solo Lazio, sia stata di 10 miliardi e 249 milioni di euro – si legge nel rapporto -, in media 1.793 euro a persona, con profitti per l’industria del settore per oltre 800 milioni”. A Roma il volume di gioco è stato di 4,962 miliardi con un importo pro capite di 1.763 euro giocati. Infine la piaga del lavoro. Il tasso di occupazione del 70,6% di Roma, oltre 5 punti superiore alla media nazionale e regionale, è ingannevole. Si tratta infatti di lavori instabili, il 18,8% di lavoratori atipici. I lavoratori dipendenti con “bassa paga” sono il 13,5%.
Fonte: Agensir