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“Il bene che viene fatto in questa città è enormemente più grande a quello che riusciamo a rendicontare ma lo raccontiamo perché ci sembra importante sottolineare ogni aspetto della povertà, le difficoltà degli ultimi, la realtà della città degli invisibili”. Così mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma e delegato per l’Ambito della diaconia della carità, ha spiegato i motivi che da sei anni spingono la Caritas di Roma a preparare il Rapporto “Povertà a Roma: un punto di vista”. L’edizione 2023, intitolata “Le città parallele”, è stata presentata questa mattina nella sala Ugo Poletti del Vicariato di Roma. “È sempre più necessario unire le forze, mettere insieme i punti di vista di tutti – ha proseguito il vescovo -. Solo così sarà possibile trovare le strade migliori da percorrere per gli esclusi e fare le cose con loro”. Dal presule, infatti, l’invito ad imparare che le attività non vanno fatte “solo per i poveri ma con i poveri altrimenti sembra sempre che c’è chi dà e chi riceve e si alimenta logica del potere”. In ultimo il vescovo ha rivolto un pensiero di gratitudine “all’esercito di volontari che operano nelle parrocchie. Giovani e persone di una certa età che non si rassegnano davanti al disagio”.
Nel volume viene dato risalto al fatto che la carenza di organico sanitario e la chiusura dei servizi ha aggravato anche la situazione delle persone con problemi di salute mentale. A tal proposito il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha assicurato che “il prossimo anno ci saranno investimenti importanti in tal senso. Ho preso impegni precisi. È inaccettabile il prezzo che viene pagato dai malati e dalle loro famiglie. Sulla difficoltà di accesso alle cure scontiamo, da un lato risorse che non sono mai sufficienti e dall’altro lato una cattiva programmazione”.
Per il sindaco di Roma Roberto Gualtieri il Rapporto della Caritas “racconta una grande emergenza sociale. Roma è una città che cresce, crea ricchezza, ma nonostante questo i poveri aumentano. Dobbiamo progettare gli interventi insieme alle realtà di volontariato. Serve un intervento comune. Una città che non lascia indietro nessuno è una città in cui stanno meglio tutti. Una città solidale è una città migliore per questo per noi guardare tutto dal punto di vista di chi è più fragile è importante per fare attuare ogni tipo di politica. Non lasciare indietro nessuno deve riguardare ogni settore”.
Fonte: Agensir