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Il dirigente Francesco Praticò guiderà due licei cittadini: «Puntare di più sulla cooperazione tra insegnanti e famiglie contro il disagio giovanile». E sul post Covid: «Serve attenzione».
Tempo di passaggi di consegne tra vecchio e nuovo anno scolastico. La prima campanella suonerà il 14 settembre: a seigiorni dall’avvio delle lezioni ci siamo confrontati con Francesco Praticò, dirigente scolastico del Liceo delle Scienze Umane “Tommaso Gulli” e, da qualche giorno, reggente anche del Liceo scientifico “Leonardo da Vinci”, entrambi nel centro cittadino di Reggio Calabria.
Come arriva la scuola reggina al nuovo anno?
È innegabile che il biennio precedente è stato molto duro per le Istituzioni scolastiche. Abbiamo affrontato con tanto impegno l’emergenza coronavirus che, specialmente a inizio 2022, ha registrato un ampia diffusione tra gli alunni. Un momento di crisi che, però, ha aperto a nuove opportunità: le scuole hanno goduto di finanziamenti straordinari che hanno permesso l’ammodernamento dei locali, l’implementazione dell’offerta formativa e lo sviluppo di nuovi processi come il supporto psicologico. In particolare, al “Gulli” abbiamo vissuto quattro anni esaltanti sotto il profilo della proposta didattica sviluppando un percorso di qualità riconosciuto e apprezzato da alunni, famiglie e docenti.
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Adesso la reggenza del “Vinci”. Non la preoccupa?
Mi rendo conto di aver accettato un incarico impegnativo, ma al contempo molto prestigioso. Il Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” è un’eccellenza a livello nazionale, grazie alla dirigenza innovativa portata avanti in questi anni da Giusi Princi. Il mio motto è: collaborazione e continuità. Sono certo che col supporto delle due comunità scolastiche riusciremo a ottenere risultati soddisfacenti.
In effetti, a leggere le nuove regole del Ministero sembra che la scuola abbia archiviato l’emergenza pandemica.
Ci sono meno vincoli, è vero. Però non bisogna abbassare la guardia. Anche in questo caso uso due parole-chiave: prudenza e attenzione. Personalmente confrontandomi coi due Consigli d’Istituto ho promosso l’idea di proseguire con la Didattica a distanza (Dad) per gli alunni che risulteranno positivi al Covid. Questo per non interrompere mai la proposta formativa e il contatto coi nostri ragazzi.
A proposito degli adolescenti, l’estate reggina ha registrato ancora casi di violenze e risse. La scuola che posizione deve assumere?
Rammarica tantissimo vedere quelle immagini. Sono convinto che la violenza affondi le sue radici in una solitudine esistenziale di quei ragazzi. La scuola non vuole e non può tirarsi indietro rispetto a questa emergenza.
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Ho sempre interpretato il ruolo del docente come educatore prima di tutto. Per affrontare il disagio giovanile, però, c’è bisogno di maggiore cooperazione con le famiglie. È una partita da vincere insieme.
Magari collaborando anche con le altre agenzie educative, come la Chiesa.
Certamente. A tal proposito auspico una progettualità sinergica e sistematica con la realtà diocesana. Bisogna fare squadra e bisogna farla bene.
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