Avvenire di Calabria

Il segretario generale della Cisl reggina, Romolo Piscionari invoca un cambio di paradigma

Con il lavoro non si scherza. Basta distrazioni, guardare ai cambiamenti

Dall'intelligenza artificiale alla tutela dei lavoratori, alcune riflessioni in occasione del Primo Maggio

di Romolo Piscioneri *

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In un mondo così confuso, dove tutti corrono, alzano la voce, tengono comportamenti a rischio, senza soffermarsi a riflettere sulle possibili conseguenze, rischiamo di perdere il senso di quei valori che possono rimettere la persona al centro di ogni processo decisionale, negoziando senza arrendevolezze, provvedimenti rispettosi della dignità, nonché custodi dei preziosismi della vita umana.

È questo il tempo dove non sono più ammesse distrazioni o smarrimenti istituzionali, politici, sociali, in un crescente disordine planetario che destabilizza e non risparmia ripercussioni nel variegato e complesso mondo del lavoro.


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Leggerezze su possibili aperture a altro decadimento riguardante il libero discernimento, la creatività, il dedicarsi amorevole e con umiltà, oltre che la chiamata alla libertà di critica, prerogativa di tutti noi, gente semplice che vive di lavoro, radicata sul territorio, ben consapevole delle fragilità demografiche, ambientali, sociali, del lavoro.

Quel lavoro che non c’è, quel lavoro precario, sottopagato, nero, grigio, decadente, che infiacchisce sul piano fisico, culturale, morale e della creatività.

Non più un lavoro di qualità, bensì un lavoro debole, privo di insegnamenti, oltre che avulso da qualunque reale esigenza di chi lo esercita.

Un lavoro spinto ai margini, in una zona periferica delle decisioni, mortificandolo e senza mai dedicarsi per riconoscergli il giusto valore, quel valore aggiunto che spesso, in alcuni contesti, dove si è lungimiranti e organizzati, finisce per togliere molte ombre e dare fierezza alla vita sociale e di comunità.

È quel lavoro sano, di qualità, che fa la differenza e non quello generato da un’inedita e artificiosa ingegneria sociale e del lavoro, fredda, senz’anima e priva di responsabilità, dove si azzerano le tutele e si mette a grave rischio la vita dei lavoratori e delle lavoratrici.

Sicché, anche in questo primo maggio 2024, festa dei lavoratori, continuiamo a contare, con dolore, gli infortuni invalidanti e le morti sui luoghi di lavoro, nonostante le nostre proteste, i contratti, la legislazione dedicata.


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Al contrario, non bisogna apporre veli o ripieghi, quando si hanno delle buone idee su come rendere evoluto il mondo del lavoro, su come progredire e rendere efficace la intuitiva responsabilità sociale d’impresa, declinazione di una sfida avvincente per portare luce e nuovo equilibrio sociale e nel mercato del lavoro.

Non soluzioni facili, viste le tante complicazioni e i repentini cambiamenti che caratterizzano il modo di produrre e quello su come si riorganizzano le imprese, facendo ricorso alle innovazioni e alle dinamiche legate all’intelligenza artificiale.

Elementi che devono portarci verso una profonda riflessione sulle politiche attive del lavoro, gli ammortizzatori sociali, la contrattazione, nelle sue diverse articolazioni, il modo di come creare nuova impresa sostenibile, buona occupazione, agile e snello collocamento al lavoro, tutto contestualizzato dentro un’appropriata normativa previdenziale, assistenziale, lavoristica.

Declino o alba incerta per l’intero sistema di garanzie e tutele per i lavoratori a favore di tanta incertezza che cresce con il passare del tempo e destabilizza un sistema di relazioni che ha retto per lungo tempo, anche dentro grandi complessità.

Una sottolineatura sull’opportunità di cambio di paradigma tra ciò che bisogna sperimentare in un nuovo agire sociale e quanto si può continuare a mantenere seguendo quella sperimentata formula della concertazione, contrattazione e messa in equilibrio delle diverse relazioni industriali e politico – istituzionale.


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Sono, questi, degli esempi fra tanti che si potrebbero segnalare per immaginare un ripensato collegamento tra le certezze già conosciute e le indiscusse incognite di un futuro non necessariamente orientato verso il crepuscolo ma libero di fatalismi proprio per non perdere tutte quelle opportunità che devono rimanere ancorate in un’orbita negoziale finalizzata a riportare il lavoro al centro delle discussioni politiche ed economiche, come unico e insostituibile valore che dona e appaga i bisogni e le esigenze della gente.

Invochiamo un lavoro per i tempi nuovi, che non fiacchi l’anima delle persone e li aiuti nella loro giusta affermazione e integrazione in famiglia come nella società. Se ci crediamo, questo è possibile.      

* Segretario Generale Cisl Città Metropolitana di Reggio Calabria

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