Avvenire di Calabria

Forse è questo il momento per rivedere ruoli e competenze e mettere in campo le basi per la costruzione di una vera alleanza educativa.

Prof-genitori, serve un cambio di passo per il bene dei ragazzi

Redazione Web

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L’emergenza Covid 19 ci ha messo di fronte a preoccupazioni, paure e isolamento. Non bisogna sottovalutare questi sentimenti, che tutti proviamo, dai più piccoli ai più grandi. È nell’emergenza, come ha dimostrato più volte la storia, che il nostro comportamento sociale si modifica, con ricadute importanti sulle future generazioni. Molte volte è stato lanciato l’allarme dell’emergenza educativa che vede spesso i nostri bambini e ragazzi poco attenti a se stessi e agli altri, con derive anche gravi di non rispetto delle regole sociali, fino a degenerare in fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo.

Gli insegnanti e i genitori, nonostante la diversità dei ruoli e la separazione dei contesti di azione, condividono sia i destinatari del loro agire, i figli/alunni, sia le finalità dell’agire stesso, ovvero l’educazione e l’istruzione rispetto alle quali scuola e famiglia operano insieme per un progetto educativo comune. Insegnanti, genitori ed educatori che lavorano con i bambini e i ragazzi devono essere sempre attenti a riconoscere i segnali di rischio: un cambiamento di umore improvviso, la caduta del rendimento scolastico… e attivare immediatamente un dialogo che consenta un intervento tempestivo.

È chiaro, però, che nella vita reale, prima dell’emergenza Covid 19, il dialogo scuola-famiglia è stato negli anni sempre più faticoso, per motivi diversi: irrigidimento sul proprio ruolo educativo, rimbalzo di responsabilità, delega sugli aspetti educativi da una parte o dall’altra, che ha comportato, dopo gli anni settanta caratterizzati dalla grande partecipazione alla vita della scuola, un graduale allontanamento della famiglia dall’istituzione scolastica, con un calo progressivo anche della fiducia nell’operato di docenti e operatori. Forse è questo il momento per rivedere ruoli e competenze e mettere in campo le basi per la costruzione di una vera alleanza educativa.

Non possiamo nascondere che la nostra società ha spesso portato i genitori a rapportarsi con i propri figli con messaggi veloci, a volte con foglietti sul frigorifero, a programmare la vita con attività incalzanti: colazione veloce già pronta, scuola, sport, madrelingua, musica….e in tarda serata, ormai stremati, cena e… tutti a letto. Il tempo per le parole è ridotto a consegne, frasi standardizzate come “Tutto bene a scuola?” e con risposta sempre uguale: “Sì, tutto bene”.

È il tempo di sviluppare e consolidare una cultura e una pratica delle responsabilità sociali, genitoriali e scolastiche, che diventi patrimonio di adulti e giovani nella misura in cui, proprio nella famiglia e nella scuola, ci si allena e si fa esperienza concreta di condivisione, a partire dalla consapevolezza del cammino da fare e della meta da raggiungere. Questa può essere una preziosa occasione per creare presidi educativi forti, che vedano il coinvolgimento di tutti, permettendo di sperimentare un modello di welfare che potrà essere utilizzato al termine dell’emergenza per consolidare quella comunità educante, tanto spesso raccontata ma poco praticata. L’alleanza scuola-famiglia nasce e si consolida partendo dall’analisi dei bisogni educativi del minore, e questi possono essere conosciuti solo attraverso l’ascolto.Si è innescato un processo di consapevolezza, di cammino comune, di senso. È il momento per imparare ad acquisire e affinare l’arte dell’ascolto, del dialogo, del confronto ed essere finalmente capaci di gratuità, di dono, di accoglienza, in contesto familiare e scolastico.

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