Psichiatria, la lettera aperta dei parenti di una comunità
Redazione Web
6 Dicembre 2016
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Come denunciato nell'ultimo numero in edicola de L'Avvenire di Calabria si fa sempre più gravosa la situazioni per le comunità per disabili psichici a Reggio Calabria. Pubblichiamo una lettera aperta di un comitato di familiari dei pazienti della "Comunità Alloggio C".
di Giovanna Vilasi * - Nella qualità di parenti di ospiti di struttura psichiatrica desideriamo rivolgere il nostro appello ai commissari dell’ASP , alle autorità ed alla cittadinanza affinchè i problemi dei nostri cari vengano all’attenzione di chi finora non ha inteso adottare soluzioni. Egregio Commissario, i parenti degli ospiti della “Comunità Alloggio C”, struttura psichiatrica dell’ASP 5 dove opera la cooperativa sociale “Città del Sole”, in relazione alle problematiche emerse nel settore hanno inteso riunirsi in apposito comitato, ai fini di sostenere i diritti dei propri familiari ed hanno nominato portavoce la signora Giovanna Vilasi, madre di un utente della Comunità Alloggio C. Vogliamo rappresentare, innanzitutto, come le persone che soffrono hanno necessità di ricevere cure adeguate, in ambienti adeguati. E devono avere l’opportunità di scegliere il luogo in cui curarsi, in particolare nel territorio di residenza e di provenienza. Non si tratta ovviamente di favori né di richiesta di attenzioni particolari. E un diritto sancito dai principi costituzionali e dalla normativa del settore. Le cure psichiatriche, infatti, si protraggono nel tempo ed è facilmente comprensibile quanto possa essere dannoso per l’utente e per i familiari disporre il ricovero in luoghi diversi, con conseguente alienazione dal contesto familiare e sociale. Per questo è da tempo che siamo indignati ed allibiti per quella che è stata la decisione ingiustificabile dell’ASP 5, quella di bloccare i ricoveri nelle strutture del territorio. Come già altre associazioni hanno fatto notare la civiltà è calpestata da queste decisioni consumate sulla pelle degli utenti e dei parenti. Constatiamo con amarezza come l’operazione che, già dal 2012, era stata sbandierata come riordino delle strutture psichiatriche è stata gestita in maniera assurda: è passato tanto, tantissimo tempo invano. Anzi, si è passati da una situazione certamente bisognosa di miglioramento e di riordino, ad uno stato di confusione estrema caratterizzata da provvedimenti che hanno peggiorato, di tanto la situazione. E una delle “perle” che hanno caratterizzato questa gestione è stata ed è senz’altro consumata proprio sulla pelle dei nostri familiari e sulla nostra. Infatti la “Comunità Alloggio C” sinora è stata ubicata in un vecchio edificio acquistato dal Comune di Reggio Calabria 26 anni fa e da allora mai oggetto di interventi di manutenzione e/o di adeguamento né da parte dell’ASP, né da parte del Comune che invece hanno ben pensato di intraprendere un contenzioso irrisolto per ben 5 lustri . Abbiamo seguito con attenzione la vicenda e ben sappiamo che la cooperativa “ Città del Sole” aveva dato la propria disponibilità a rilevare l’immobile in questione e ad apportare le migliorie necessarie. Ma neanche questo è servito a far si che Comune e ASP trovassero un accordo. E allora abbiamo apprezzato il fatto che i soci e lavoratori della cooperativa hanno reperito sul mercato privato un edificio nuovo, appositamente realizzato e caratterizzato dai migliori standard abitativi possibili. Ed il fatto che l’edificio non si trovi in luogo isolato ( come purtroppo sovente accade per le strutture psichiatriche, infrangendo i principi della Legge “Basaglia” ) dove magari è difficile per i parenti raggiungere i propri cari e dove purtroppo è più facile possano accadere episodi spiacevoli per le persone ricoverate. Anzi, l’edificio acquisito da “Città del Sole” si trova in un contesto residenziale; apprezziamo altresì la circostanza che si trovi accanto l’abitazione del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale. Costituisce una garanzia per l’ASP e per i nostri familiari. Non capiamo pertanto perché l’ASP ritardi ad autorizzare il trasferimento costringendo i nostri cari a stare in condizioni abitative nettamente peggiori e disagiate, se non pericolose. E non capiamo perché intanto il numero degli utenti ospitati nella Comunità Alloggio C si sia ridotto a soli 13 utenti, circostanza che mette a rischio il proseguimento dell’attività della Cooperativa con rischio di perdita del servizio offerto ai nostri parenti e anche dei posti di lavoro. Nel sollecitare pertanto l’immediato trasferimento dei nostri familiari nella nuova struttura chiediamo un incontro ai fini di una valutazione complessiva dei problemi sopra esposti. L’inverno è alle porte e le condizioni dell’edificio vecchio non consentono di poter lasciare lì ancora i nostri familiari. In mancanza di risposte concrete ed efficaci ci vedremo costretti ad intraprendere ogni ulteriore iniziativa, presso ogni sede, tesa a far rispettare le normative esistenti in materia di diritto alla cura per i nostri familiari. * Portavoce del Comitato Parenti della "Comunità Alloggio C"
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