Avvenire di Calabria

Mercoledì scorso, la diretta streaming dell'arcivescovo di Reggio Calabria-Bova Giuseppe Fiorini Morosini, con alcune catechiste che operano in diverse parrocchie della diocesi

Quaresima digitale, proseguono gli incontri con Morosini

Tatiana Muraca

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«Credere significa avere fiducia», esordisce così l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Giuseppe Fiorini Morosini, nel corso del suo terzo appuntamento di catechesi digitali in tempo di Quaresima, in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi. Mercoledì scorso, il presule ha incontrato quattro catechiste, e una coppia che si occupa anche di catechesi, che svolgono il loro servizio in altrettante parrocchie del territorio. Eugenia Santoro, della parrocchia Santissimo Salvatore di Reggio Calabria, è catechista da 7 anni e presidente dell’Azione cattolica. Francesca Nava, della parrocchia di Santa Caterina, è anche lei presidente Ac e in parrocchia si occupa soprattutto dei pre-adolescenti. Barbara e Domenico sono coniugi e genitori, ma sono anche catechisti nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio di Ravagnese: «Il nostro parroco – dicono – ha voluto fortemente affidare il cammino dei giovani a coppie di educatori affinchè i ragazzi trovino dei punti di riferimento, quali la famiglia, all’interno della comunità. Abbiamo seguito anche ragazzi tra i 17 e i 24 anni». Donatella Scopelliti, della parrocchia di San Giuseppe Santissimo Salvatore di Cataforio, è catechista da 10 anni e segue il gruppo dei 9-11. «Prima ancora di essere catechista sono moglie e madre», sono le parole di Donatella. Elisa Romeo, infine, della parrocchia di San Bruno, è catechista da 4 anni, «una bella esperienza, che mi sta aiutando a crescere». Tutti loro svolgono un servizio pastorale importante, soprattutto in questo periodo di pandemia, per cui giunge il ringraziamento da parte di monsignor Morosini, che dopo il momento delle presentazioni, inizia a commentare il Vangelo secondo Giovanni: «Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere», disse Gesù ai giudei che commerciavano nella casa del Padre. «Gesù parlava di resurrezione riferendosi al proprio corpo e non al Tempio – commenta Morosini – Prima, l’idea che la gente si faceva di Gesù, era quella del Messia potente, che vince su tutto. Ancora non erano pronti a credere alla luce della passione e della resurrezione». Per Morosini è sbagliato, ancora oggi, cadere nell’esteriorità della fede. «Gesù deve essere il centro - continua – Nella sua parola, pone il mistero della sua morte e resurrezione come chiave interpretativa della nostra vita». L’insegnamento da trarre dunque, viene riassunto dall’arcivescovo in quattro punti essenziali: il dolore fa parte della vita e l’uomo deve farci i conti, senza per questo mettere in discussione la paternità di Dio; il bene si conquista; l’uomo si deve lasciare sostenere dal mistero pasquale di Dio; nella lotta per la conquista del bene «Dio è sempre accanto a noi». Si conclude così l’ultima catechesi digitale. Il prossimo appuntamento in agenda (mercoledì 10 marzo) prevede l'incontro online con il personale medico del Gom (Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria) che presta il proprio servizio pastorale presso la Cappellania del medesimo ospedale

 
 

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