Avvenire di Calabria

Quaresima: la quinta domenica ci consegna il perdono

La pagina evangelica che la liturgia della Chiesa ci propone in questa quinta domenica di quaresima è tra le più belle e intense

di Ivan Iacopino

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Lo sguardo amante di Cristo che non guarda altezzosamente dall’alto in basso ma si mette accanto alla fragilità

La pagina evangelica che la liturgia della Chiesa ci propone in questa quinta domenica di Quaresima è certamente tra le più belle e intense della Sacra Scrittura. Al tempo stesso, però, è una pagina dalla storia complessa e travagliata, che ci aiuta a comprendere quanto sia difficile accogliere l’immagine di Dio che Gesù ci presenta e, di come noi, siamo sempre tentati di distorcerla in base ai nostri criteri ed alle nostre precomprensioni.



La chiesa dei primi secoli, si trova in forte imbarazzo innanzi alla narrazione di questo episodio, la prassi pastorale circa il perdono dei peccati, infatti, segue un approccio rigorista. Il nodo della questione dunque, è che, questa donna, colta in flagranza di peccato, senza manifestare il proprio pentimento si sente dire da Gesù: «non ti condanno». È per questo che il nostro brano -la cui paternità è attribuita all’evangelista Luca- viene occultato per circa due secoli dai testi ufficiali in uso alla comunità per poi riapparire nel terzo secolo al capitolo 8 del vangelo di Giovanni.

I forti e i deboli

Una donna che viene sorpresa a letto con un uomo che non era suo marito… e lei sola viene acciuffata! É una storia già conosciuta: sono i deboli a dover pagare, i forti la fanno sempre franca, riuscendo a salvare le apparenze e la loro dignità. É così che ieri come oggi la donna è giudicata «una poco di buono» mentre l’uomo, invece, «è cacciatore!», si dice…

La legge ebraica puniva l’adulterio con la morte (Lv 20,10). É così che scribi e farisei, ipocriti moralizzatori, figli di una cultura maschilista, portano la donna davanti a Gesù. Con gesti aggressivi e violenti trascinano l’imputata nel mezzo del cortile del tempio, in piedi, come tutti coloro che sono convocati a giudizio e, con sorrisi ironicamente compiaciuti, nell’intento di tendere un tranello a Gesù, gli chiedono: «Maestro, la legge ordina di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».

Chi è senza peccato?

Il Signore avrebbe potuto sottrarsi alla loro provocazione invitandoli a rivolgersi ai giudici ma, così facendo, avrebbe lasciato quella donna nelle mani di uomini vigliacchi e senza scrupoli, feroci giustizialisti, pronti a condannare in nome di Dio. Gesù, che si trova seduto per terra, alza il capo e dice loro: «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei». Poche parole, incisive, che mettono gli accusatori spalle al muro: obbligati a fare i conti con le proprie ipocrisie e le proprie inconsistenze morali, le quali, li portano via di lì in silenzio, uno dopo l’altro.

Il silenzio del cuore nella Quaresima

Gesù e la peccatrice rimangono soli e il maestro, alzando i propri occhi, in cerca degli occhi della donna, le dice: «Non ti condanno! Va’ e dora in poi non peccare più». Ecco la nostra Speranza: lo sguardo amante di Cristo che non guarda altezzosamente dall’alto in basso l’umanità peccatrice, ma si mette accanto alla sua fragilità e, con delicata compassione, sussurra al cuore: «non rimanere imbrigliata nel tuo male, non cercare la gioia laddove c’è prigionia, sii libera e torna a vivere!».


PER APPROFONDIRE: Quaresima: la Domenica “Laetare” è un invito alla gioia


Il Signore non appoggia il peccato, ma ama l’uomo di un Amore infinitamente gratuito! Una lezione per ciascuno di noi e per la Chiesa del nostro tempo.

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