Avvenire di Calabria

Vi proponiamo un estratto della testimonianza che troverete in edicola oggi su L'Avvenire di Calabria

Racconti dal Soggiorno Sociale: Alfonso Canale

Federico Minniti

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«L’'idea era semplicissima e don Italo la ripeteva sempre: “Bisogna prendersi cura delle persone”». Così nasce quello che oggi è comunemente chiamato Soggiorno Sociale della Caritas di Reggio Calabria – Bova. Testimone oculare degli ultimi trentacinque anni è Alfonso Canale, segretario diocesano della Caritas. Il suo racconto, però, parte da un decennio precedente: siamo negli anni ‘70 e l’urgenza della società civile, «percepita dalla classe politica come quasi una vergogna» erano i manicomi. La legge Basaglia era ancora lontana dall’essere approvata. «La prima esperienza di settimana di vacanza – ricorda Alfoso che custodisce gelosamente i diari di quegli anni – è stata con i degenti dell’ospedale psichiatrico. Si aprì queste attività ai volontari: ci fu una grande risposta delle parrocchie, ma tantissimi furono i giovani non praticanti, ma che seppero cogliere quell’occasione di servizio». I Soggiorni degli anni ‘80 furono, anzitutto, dei veri e propri laboratori sociali. Accanto all’attività con i “pazzi” vi erano dei momenti di confronto intensissimo con i rappresentanti istituzionali. «Cucullaro, ogni anno, diventava la casa delle politiche sociali – spiega Alfonso – era immancabile la presenza degli assessori al ramo e dei sindaci di Reggio Calabria. Proprio in questi dibattiti nacquero le esperienze di solidarietà ancor oggi presenti come Casa Corigliano». Un’esperienza che con la soppressione degli ospedali–lager psichiatrici è mutata notevolemente. «Lo spartiacque fu il 1993 – racconta Alfonso – fu una vera e propria apertura al territorio».

Qui trovi la versione integrale: http://ow.ly/oLJp30dbjWb

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