Avvenire di Calabria

Tre bambine appendono un cartello e chiamano gli agenti, un uomo viene arrestato per maltrattamenti in famiglia

Reggio: bimbe salvano la madre da violenza, Marziale «la prevenzione dà frutti»

Il garante per l'infanzia: «La sensibilizzazione funziona, ma serve anche repressione»

di Redazione Web

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Dalla strada, gli agenti della Polizia hanno visto sul balcone dell’appartamento tre bambine che gridavano loro “venite venite siamo qui” ed una di loro mostrava un foglio bianco con la scritta in arancione “HELP”. È così che la Polizia è arrivata all'arresto di un uomo, il 25 novembre scorso, per maltrattamenti in famiglia. Ubriaco, avrebbe impedito alla moglie di uscire da casa per lavorare.


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Bambine salvano la madre da violenza, Marziale: «Serve anche repressione»

“I bambini, che a Reggio Calabria hanno salvato la propria madre dalle violenze coniugali, sono il mondo che vogliamo. Disperatamente coraggiosi, ci insegnano cosa sia la dignità, come sia non rimanere indifferenti davanti alla sopraffazione. Al loro cospetto provo ammirazione e al tempo stesso vergogna”: è quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, nel commentare gli accadimenti di Reggio Calabria, dove tre bambine di 12, 10 e 8 anni hanno salvato la madre esponendo cartelli di richiesta d’aiuto al balcone di casa, mentre un altro di 6 anni ha soccorso la madre dalle ire del padre costringendolo a scappare.

“La forza dei bambini è il sintomo che la prevenzione comincia a dare i suoi frutti – evidenzia il Garante – ed è importante continuare con ritmi incalzanti, senza relegare il focus alle sole giornate dedicate. Invito le scuole, le associazioni, le istituzioni ad ogni livello a fare del 25 novembre tutti i giorni del calendario. Invito i media a non abbassare la guardia, a sbattere in evidenza gli episodi di violenza, perché i bambini da qualcuno avranno appreso come si fa, e l’hanno fatto”.

Marziale tiene a precisare: “La sola prevenzione, però, non basta. Occorre affiancare ad essa un’equa repressione. Abbiamo bisogno di una giustizia più credibile, di leggi più ferme. Non si può continuare ad apprendere che gente che ha ammazzato crudelmente la propria moglie, la propria fidanzata, goda di benefici e condizionali di sorta. Ed abbiamo bisogno – conclude il Garante – di maggiore tutela per chi trova il coraggio di denunciare”.

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