Avvenire di Calabria

Il 23 aprile la Chiesa ricorda la figura del Santo che sconfisse il drago

Reggio Calabria e San Giorgio, storia di un’antica devozione

È una giornata speciale per la città di Reggio Calabria che festeggia il suo Santo Patrono

di Redazione Web

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Il 23 aprile la Chiesa ricorda San Giorgio; una giornata speciale per la città di Reggio Calabria che festeggia il suo Santo Patrono a cui sono intitolate anche due comunità parrocchiali sul territorio cittadino.


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La devozione per San Giorgio a Reggio Calabria risale agli inizi dell'XI secolo ed è legato all'episodio che portò Reggio Calabria ad infliggere una sconfitta ai saraceni che insidiavano le coste calabresi.

San Giorgio patrono di Reggio, salvò la città dall'invasione dei saraceni

Nel 1086 il saraceno Bonavert di Siracusa sbarcò a Reggio distruggendo il monastero di San Nicolò sulla Punta Calamizzi e la chiesa di San Giorgio danneggiando le effigi dei Santi, ma il duca Ruggero Borsa contrattaccò ed inseguì Bonavert, lo uccise in battaglia e conquistò Siracusa. Per questa vittoria i reggini adottarono San Giorgio a loro protettore, si dice infatti che Ruggero sarebbe stato assistito dal Santo contro Bonavert.

Chi era Bonavert, l'invasore di Reggio scacciato da San Giorgio

Ma chi era Bonavert? Ibn ‘Abbād, conosciuto come Benavert (anche Benarveth o Bonavert) secondo la correzione proposta da Goffredo Malaterra, cronista-panegirista di Ruggero I d'Altavilla, fu un condottiero arabo di Sicilia. Ibn ‘Abbād fu signore di Siracusa, e dal 1072 al 1086 diresse l'ultima resistenza degli arabi di Sicilia nel settore orientale dell'isola, nel tentativo di impedire la definitiva conquista normanna.


PER APPROFONDIRE: Dal Piemonte a Reggio, l’artista Fabrizia Ghione dona un dipinto di San Giorgio al Palazzo municipale


Nel 1075, riuscì nondimeno a sconfiggere il figlio del conte Ruggero, Giordano, presso Catania, conquistò di nuovo quella città all'Islam nel 1081, e guidò nel 1085-86 alcune spedizioni in Calabria (Reggio).

La morte di Bonavert per mano di Ruggero

Perì tuttavia il 25 maggio del 1086, nel corso dell'assedio portato a Siracusa da Ruggero, cadendo in mare con la sua pesante armatura saltando da una nave all'altra, mentre la moglie e il figlio ripararono a Noto, destinata a cadere anch'essa pochi anni dopo (nel 1091), insieme a Butera. Un suo discendente, Muhammad ibn ‘Abbād, si ribellò a Federico di Sicilia all'inizio del XIII secolo, incontrando anch'egli la morte in quel suo tentativo.

Così San Giorgio diventò il patrono di Reggio

Proprio a questo periodo corrisponde infatti l'antichissima devozione della città a Giorgio, documentata anche dal fatto che al santo furono dedicate molte chiese della città (tra cui San Giorgio di Sartiano in La Judeca, San Giorgio di Lagonia, San Giorgio intra moenia e San Giorgio extra moenia).

I luoghi di culto dedicati a San Giorgio

Per i secoli successivi, è documentata la presenza di ben quattro chiese intitolate al santo patrono, come ci ricorda lo storico Renato Laganà, in particolare attraverso le visite pastorali di monsignor D’Afflitto. Una era San Giorgio de Gulferio o Intra moenia (che custodiva la reliquia del santo scomparsa con il terremoto del 1783).

San Giorgio sullo scudo dell'Angelo tutelare di Reggio Calabria

L’altra, la chiesetta di San Giorgio della Giudecca che sorgeva in prossimità dell’antico quartiere ebraico (trovata interamente «diruta», nel 1594, dopo l’incendio appiccato dai Turchi nel 1543). Essa era nelle vicinanze della chiesa di Sant’Andrea nell’antica piazza Mesa (oggi via Fata Morgana).


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Un altro edificio era la chiesa detta di San Giorgio «de Lagonia», anch’essa distrutta, e della quale era rettore il sacerdote Cristaldo Cosentino, che in essa celebrava messa una volta al mese. L’arcivescovo ne trasferì il beneficio nella Cattedrale e la chiesa «rimaneva abbandonata al pari delle parecchie altre che si vedevano in quel tempo incendiate o dirute a tristo ricordo delle passate incursioni turchesche». L’altra chiesa, sita fuori le mura urbane conserva tuttora il titolo di San Giorgio “extra moenia” o «delle Sbarre».

In particolare nella chiesa di San Giorgio al Corso, tuttora esistente nel cuore della città, nel medioevo si eleggevano i tre sindaci della città con un solenne atto ai piedi dell'altare del santo patrono.

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