Avvenire di Calabria

Il ricordo della religiosa che in riva allo Stretto si è sempre dedicata ai bisogni dei bambini e degli ultimi

Reggio Calabria, l’ultima carezza di suor Beatrice

Molto conosciuta nel territorio ha donato sempre una parola di confronto e un sorriso a quanti incrociavano il suo sguardo

di Antonino Furfaro

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Solo da poche settimane è tornata alla casa del padre Suor Beatrice, una persona speciale. Beatrice De Benedittis era di Nardò, ridente cittadina sul mare in provincia di Lecce, dove amava trascorrere qualche giorno d’estate accanto ai suoi cari nipoti.

Ritrovarmi nel cammino di vita di suor Beatrice De Benedittis è stato per me un grande dono di nostro Signore.


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Sempre vicina ai bisognosi ed ai bambini, donava a chiunque una carezza ed una parola di conforto. Senza distinzione alcuna ha dato il suo prezioso contributo impegnandosi quotidianamente nelle attività della scuola “Caterina Troiani” di Reggio Calabria. Figura di riferimento per i giovani seminaristi e per la comunità parrocchiale Santa Maria di Loreto. Presenza attiva e carismatica nella vita dei fratelli e sorelle detenuti presso la casa circondariale di San Pietro.

Con la sua caparbietà e spiritualità non ha fatto mai mancare parole di conforto, fiducia e speranza a chi privo della libertà e lontano dai propri cari si inabissava nell’obblio del dolore. Un amore così grande che non ha mai trovato ostacoli neanche nel periodo pandemico appena vissuto.

Molto conosciuta e stimata nel territorio, con il suo carattere gioioso ed estroverso che si nutriva dell’ascolto della parola di Dio, sgranando il rosario e pregando con assiduità nostro Signore, per tutti aveva un sorriso, una carezza, una parola di conforto. Negli anni si è prodigata in moltissime iniziative sociali, ha contribuito con i suoi consigli e suggerimenti all’edificazione di una cappella nelle terme di Galatro. Nei nostri colloqui la definivo un vero e proprio vulcano per la sua infinita forza e spiritualità.


PER APPROFONDIRE: Scuola Caterina Troiani, una palestra di vita


Con l’aggravarsi delle patologie si aggrappava al mio braccio ed io con amore filiale l’accompagnavo in cattedrale per assistere all’ordinazione di alcuni giovani sacerdoti oppure alle carceri. Ricordo ancora le sue parole «Nino non posso abbandonare i miei fratelli e sorelle che hanno bisogno una carezza al cuore».

Suor Beatrice amava il chiasso e non il silenzio, il sorriso e non il pianto. Di certo in paradiso la tua agenda continuerà ad essere piena di preghiere per noi e come un angelo continuerai a seguire con il tuo sguardo vivace il percorso di vita di chi ebbe il dono di conoscerti.

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