Avvenire di Calabria

Era il 29 maggio del 2016 quando al porto di Reggio Calabria giungeva una nave militare con a bordo 45 corpi di immigrati morti a causa di un naufragio

Otto anni fa, l’accoglienza diventata dolore. Reggio Calabria non dimentica i “suoi” migranti

Un dramma che appartiene al vissuto della città. Lunedì 3 giugno preghiera, riflessione e momenti di confronto scandiranno l'intera giornata in ricordo di quella tragedia

di Redazione Web

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Sono passati otto anni, ma resta una delle pagine più dolorose che appartengono ormai al vissuto e alla storia della città di Reggio Calabria: il 29 maggio del 2016, giungevano al porto 45 salme di migranti morti nelle acque del canale di Sicilia, durante uno dei tanti "viaggi della speranza".

Lunedì 3 giugno Reggio Calabria pregherà e rifletterà per gli amici giunti dal mare senza vita in quel triste giorno di 8 anni. Ci saranno diversi momenti che scandiranno l'intero arco della giornata, a partire dal mattino organizzati dall’arcidiocesi reggina, attraverso la Caritas diocesana e il Coordinamento ecclesiale sbarchi e con la collaborazione del Comune e della Città metropolitana di Reggio Calabria.

Reggio Calabria ricorda i migranti morti in mare 8 anni fa

I giorni a cavallo tra maggio e giugno 2016 hanno lasciato una traccia indelebile in quanti li hanno vissuti in prima persona. Nel porto di Reggio Calabria arrivò la nave militare "Vega" con a bordo 629 migranti e i 45 corpi recuperati in mare dopo l'ennesimo naufragio avvenuto al largo della Libia.  


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I cadaveri raccolti in mare appartenevano a 36 donne, sei uomini e tre minori con età che vanno da sei mesi a due anni. Tra i sopravvissuti c'erano 419 uomini, 138 donne e 72 minori di varia nazionalità (Pakistan, Libia, Senegal Eritrea, Nigeria, Siria, Marocco e Somalia).

Dei migranti arrivati in Calabria, 155 provenivano dal barcone che si era rovesciato al largo delle coste della Libia. Alle operazioni di sbarco, coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria, hanno partecipato i rappresentanti del Comune di Reggio, delle forze di polizia, dell'Azienda sanitaria e ospedaliera e del 118, le associazioni di volontariato e degli organismi umanitari.


PER APPROFONDIRE: Consegnato il cimitero dei migranti di Armo, Morrone: «Opera di carità, opera politica»


Le 36 donne, i 3 bambini e i 6 uomini che hanno perso la vita in quel maledetto viaggio che avrebbe dovuto regalare nuova speranza, hanno trovato sepoltura, nella nuda terra secondo la tradizione dell'Islam, in un'area del piccolo cimitero di Armo, un frazione collinare della città, grazie alla sensibilità dell'Amministrazione comunale di Reggio Calabria e la diocesi di Reggio Calabria - Bova.

Un'intera giornata di preghiera e ricordo, Reggio Calabria non dimentica

Il primo momento di raccoglimento e preghiera è ad Armo, alle 9 del mattino, con una cerimonia presso il cimitero dei migranti dove riposano le 45 salme accolte otto anni fa al porto cittadino.

Quel giorno si pregherà anche per i tanti “amici di strada” che hanno trovato degna sepoltura proprio nel piccolo cimitero. La commemorazione proseguirà alle 16 a Palazzo San Giorgio, sede del comune, un convegno dal titolo: «Dall’accoglienza all’integrazione». Sarà presente Doua Alokla, autrice del libro "Damasco è dove sono".


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Infine, alle 19 nella galleria dello stesso Palazzo sarà proiettato il film Io capitano di Matteo Garrone. Ci sarà il co-sceneggiatore Mamadou Kouassi - al quale è ispirato il racconto della pellicola -che, al termine del film, dialogherà coi presenti.

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