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“Mi sono commosso ascoltando le storie dei richiedenti asilo che ho incontrato durante la mia visita sulla Bibby Stockholm. Si tratta di esperienze spesso traumatiche, ma il desiderio di queste persone di trovare una casa nel Regno Unito e appartenere a una società alla quale possano contribuire è un richiamo alla nostra umanità condivisa”. Comincia con queste parole il messaggio che il vescovo Paul McAleenan, portavoce, in materia di migrazione, della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha diffuso in occasione della settimana dei rifugiati che si svolge dal 17 al 23 giugno. Sono tre i temi di questa riflessione. L’esperienza del vescovo a bordo della “Bibby Stockholm”, la chiatta caserma, ormeggiata nel porto di Portland, attrezzata come centro di detenzione, che ha visitato alla fine di aprile. L’approvazione del cosiddetto “Rwanda bill”, la controversa legislazione, lanciata due anni fa dal premier britannico Boris Johnson, che consentirà al Regno Unito, di deportare centinaia di richiedenti asilo verso il Paese africano. E gli atteggiamenti della società nei confronti di rifugiati e migranti. “Ricordo il meraviglioso lavoro di tante comunità cattoliche che, in questi anni, hanno accolto migranti in Inghilterra e Galles”, scrive il vescovo MacAleenan. “Sono convinto che il Rwanda bill indebolisca la dignità della vita umana e che sia una politica ingiustificabile, che genera un sentimento non necessario di paura e ansietà in chi chiede asilo”.
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