Il Tribunale di Locri rimanda alle urne l'ex borgo dell'accoglienza travolto dall'indagine all'ex primo cittadino Mimmo Lucano
Riace, sindaco leghista era incandidabile: finisce l’era Trifoli
Redazione Web
11 Novembre 2019
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Antonio Trifoli, il sindaco di Riace eletto in quota Lega il 27 maggio, è ufficialmente decaduto dalla sua carica. Lo ha stabilito il tribunale di Locri, confermando una decisione che era nell'aria da un po' vista l' ineleggibilità acclarata dal Viminale a settembre. Trifoli infatti era dipendente comunale, e per questo non candidabile. Ora però è ufficiale, il successore di Mimmo Lucano dovrà abbandonare la fascia da primo cittadino. Ma come "ultimo atto" del suo mandato ha fatto chiudere un ambulatorio medico, gratuito, che offriva assistenza a migranti e cittadini indigenti. L'ambulatorio sociale "Jimuel" era formato da medici volontari che ora sono stati invitati a trasferirsi in un altro locale, che però non è abilitato. "Non abbiamo mai chiesto a nessuno la dichiarazione dei redditi - spiega Isidoro Napoli, il responsabile della struttura - aprivamo a tutti. La scelta fatta dall'amministrazione danneggia le fasce più deboli della popolazione". Del resto, Trifoli è lo stesso sindaco che appena insediato ha fatto rimuovere da Riace i cartelli con su scritto “Paese dell’accoglienza”, sostituendoli con l'insegna all'ingresso del borgo “paese dei Santi Cosma e Damiano”. Insomma, nulla di cui stupirsi.
Sulla questione è tornato a parlare il leader della Lega, Matteo Salvini che propone un irrigidimento delle misure di chiusura. Dietro i numero, però, ci sono vite umane e storie di fragilità.
Era il 16 agosto del 1972 quando al largo delle coste di Riace, in Calabria, dopo una segnalazione del sub Stefano Mariottini, i carabinieri riportavano alla luce due statue uniche al mondo, i Bronzi di Riace.
La politica reggina transitata negli ultimi anni alla Lega di Salvini sembra intenzionata a rinunciare allo scranno a Palazzo Madama. Attualmente riveste l’incarico di assessore regionale al Welfare.
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