Avvenire di Calabria

Consegnato al frate cappuccino il premio “Alda Merini”

Riconoscimento a padre Giuseppe Sinopoli

L'evento organizzato dall' "Accademia dei Bronzi"

Antonio Marino

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La catanzarese “Accademia dei Bronzi” presieduta da Vincenzo Ursini ha conferito, col patrocinio del Presidente del Senato, che ha fatto pervenire la sua medaglia, a padre Giuseppe Sinopoli, frate cappuccino presso la “Chiesa del Monte” di Catanzaro, il prestigioso “Premio Alda Merini”, per aver riproposto, si legge nella motivazione redatta dalla giuria presieduta da don Titta Scalise, “Attraverso appassionate ricerche di documenti inediti e di reperti museali, quel mirabile intreccio provvidenziale tra la trascendenza e l’immanenza che ha animato e sostanziato le varie stratificazioni, evolutive ed involutive, della micro storia, le quali per rigore scientifico ed esatta impostazione metodologica travalicano i limiti della stessa storia locale, accreditandosi come riferimento imprescindibile per quanti desiderano conoscere o approfondire l’evolversi degli eventi”.Padre Sinopoli, giornalista pubblicista, socio della Deputazione calabrese di Storia Patria e dal 19 gennaio scorso Cittadino Onorario di Reggio Calabria, da lungo tempo aiuta il popolo reggino e calabrese a riscoprire le proprie origini storiche, spirituali, letterarie, offrendo, spessissimo in cambio di un affettuoso abbraccio, libri e promuovendo iniziative – convegni, mostre – volte a stimolare la riflessione per la costruzione di solide basi per un sereno futuro. L’ultima fatica di Fra’ Giuseppe, “La Madonna della Consolazione, i Frati Cappuccini e il popolo reggino”, edita da Alfagi e presentata, assieme al presidente del Consiglio Regionale della Calabria Nicola Irto, anche al Salone del Libro di Torino, è lampante prova dell’innata e ispirata capacità del Cappuccino, nato a San Vito sullo Jonio – e il Comune catanzarese nei giorni scorsi lo ha insignito, per alti meriti culturali e religiosi e con apposita delibera, del titolo di “Sanvitese illustre” – di raccontare, con profondo e semplice linguaggio, momenti e fatti che il popolo reggino non dovrebbe mai disconoscere ma che, troppo spesso, restano in fondo ai cassetti esistenziali!

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