Avvenire di Calabria

Maria Grazia Bottari, noto avvocato del foro calabrese si è spenta nei giorni scorsi: una grave perdita per la città

Il ricordo di Maria Grazia Bottari, avvocato e maestra di Giustizia sociale

In tanti si sono formati con il suo esempio: pubblichiamo la testimonianza della professoressa Francesca Panuccio

di Francesca Panuccio

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Maria Grazia Bottari, noto avvocato del foro calabrese si è spenta nei giorni scorsi. In tanti si sono formati con il suo esempio: pubblichiamo la testimonianza della professoressa Panuccio.

Franca Panuccio ricorda Maria Grazia Bottari

Lungo la mia strada di crescita per diventare avvocato nel Foro di Reggio Calabria ho avuto il dono di incontrare una donna avvocato che ha segnato il mio percorso.

Un bel viso dai tratti decisi, un sorriso pieno e contagioso, uno stile elegante anche nell’indossare la Toga (quel “cencio nero” - come lo definiva Calamandrei – al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso è servito ad asciugare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso).

Questa era Maria Grazia Bottari la signora avvocato che si è spenta domenica scorsa dopo una lunga malattia, circondata dall’affetto dei suoi cari tutti, una famiglia benvoluta e stimata dal contesto cittadino.


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Ha lottato sempre sino alla fine con un cuore da leone, con il medesimo spirito combattivo che metteva nell’adempiere al suo mandato professionale. Il cliente sapeva di potersi fidare di lei e l’avvocato collega ne conosceva la correttezza.

Ricordo che quando andavo a incontrarla per parlare di qualche vicenda processuale (una volta si usava andare allo studio dell’avvocato più anziano - e non solo di età- per tentare di trovare una soluzione che consentisse di “chiudere “ il contenzioso), mi meravigliavo sempre della serenità che traspariva dal suo sguardo, della chiarezza nell’esposizione delle criticità , e della fermezza sui “punti” irrinunciabili, da cui non si poteva prescindere per trovare una soluzione.

E tutto questo presupponeva uno studio approfondito, che era costante per Maria Grazia, accompagnato da una ricerca di argomentazioni fondate sui dati documentali, che divenivano flessibili nella ricerca di una conclusione bonaria.

È stata per me e molti altri una sorella maggiore del Foro Reggino, che le ha riconosciuto tante soddisfazioni. Stimata dai giudici, ricordo che appena la figlia Maria Teresa ebbe l’incarico in magistratura rinunciò a molti procedimenti per non offuscare la trasparenza del lavoro svolto sino a quel momento, preferendo il silenzio operoso nello studio che l’aveva vista crescere accanto a suo Padre l’avvocato Bottari e alla mamma .


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, l’ultimo saluto a Valerio Berti


L’ultima volta che ci siamo incontrate eravamo in aeroporto in attesa del volo per Milano, entrambe con l’assistenza per motivi diversi, entrambe in attesa di andare dai figli lontani, ma sempre presenti nel suo cuore generoso. Ed è stato il ritrovarsi di due vecchie amiche che non hanno perso il gusto di chiacchierare, di raccontarsi e di raccontare come se ci fossimo lasciate da poco: ci siamo salutate scendendo dall’aereo con un ciao affettuoso, un arrivederci.

Non sapevo che sarebbe stata l’ultima volta… Perché ho voluto scrivere questi pochi pensieri su una persona a me cara il cui ricordo mi accompagnerà sempre? Perché penso di avere ricevuto un dono di crescita e formazione in una professione difficile, che non risparmia a nessuno momenti di profonda amarezza, ma che è comunque vita vera, perché ci consente di provare a dare risposte di giustizia soprattutto agli ultimi, a chi non ha voce e questo dono va condivi-L’avvocato so con i più giovani.

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