
Reggio Capitale della Cultura, la visione del Rhegium Julii: «Serve una visione comune»
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La Calabria fa segnare ancora un primato per il mondo della scuola. È la regione, come la Lombardia, ha far segnare tra gli istituti interessati, le maggiori adesioni alla riforma degli Istituti tecnici superiori (4+2).
In Calabria sono state ben 24 le scuole che hanno aderito alla sperimentazione (👉qui l'elenco di tutte le scuole). 30, invece, le filiere formative attivate, costituite dagli istituti tecnici, professionali (4 anni), dagli Istituti Tecnici Superiori (2 anni) con il coinvolgimento delle aziende e degli Ordini professionali e delle Università. Tanto interesse da parte di tutte le province calabresi e della Città metropolitana di Reggio Calabria, equamente rappresentate nelle adesioni alla sperimentazione.
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Insomma bene quanto la Calabria e meglio di altre regioni non solo del sud Italia, ma del settentrione. A certificarlo, il Ministero dell'Istruzione e del Merito sulla scorta delle certificazioni pervenute dalle singole regioni.
Il mondo della Scuola in Calabria non si fa trovare impreparato, continuando a distinguersi per "meriti". Lo sa bene lo stesso vicepresidente della Giunta regionale, con delega all'Istruzione, Giusi Princi. Lei che di primati ne sa qualcosa (da dirigente del Liceo Vinci a Reggio Calabria ha ideato, per prima, i percorsi biomedici nei licei, replicati poi a livello nazionale), non sta nella pelle.
«Questi risultati - afferma - confermano quanto dinamismo, quanta democrazia partecipata si registrino negli istituti scolastici i cui Organi collegiali d’istituto, dopo ampio confronto, hanno deliberato le candidature aprendosi al cambiamento, alle opportunità di una formazione contestualizzata ai profili occupazionali richiesti dal mercato del lavoro calabrese per i prossimi anni».
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«È importante che la Regione funga da collettore interistituzionale perché tutto il sistema ruoti intorno ad un obiettivo, affinché non avvenga quanto è avvenuto in passato quando le scuole hanno subito dall’alto la riforma legata all’ alternanza scuola lavoro senza alcun accompagnamento o minima programmazione regionale», evidenzia ancora Princi.
La filiera calabrese, inoltre, si arricchisce della partecipazione del sistema accademico. La Calabria è infatti, l’unica regione che ha sottoscritto apposito accordo tra Regione, Usr e Università calabresi (Magna Grecia Catanzaro, Unical Cosenza e Mediterranea Reggio Calabria), che permetterà agli studenti che completeranno il percorso negli Its di avere riconosciuti i crediti ai fini del conseguimento della laurea triennale.
Le competenze tecniche sono molto richieste dalle imprese calabresi che assumono addirittura il 67% di personale in possesso di diploma secondario. Le maggiori difficoltà di reperimento di lavoratori si concentrano nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria.
Basti pensare che, per il solo 2023, degli 8.300 assunti previsti, il 53% è stato di difficile reperimento. Le previsioni occupazionali di entrate, in diversi ambiti, per il solo 2023, sono state pari a 108.000 dei quali, 72.000 con livello di istruzione secondaria e con difficoltà di reperimento del 41%.
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La formazione garantita per i prossimi anni dalla filiera tecnico professionale sopperirà a tale fabbisogno, anche alla luce dei fattori che modelleranno i futuri bisogni occupazionali del mercato del lavoro calabrese, la costruzione del Ponte sullo stretto e l’istituzione della Zona economica speciale unica che richiamerà nuovi investimenti e la nascita di nuove imprese.
Nell’ambito delle iscrizioni alle scuole di primo e secondo grado della regione, aperte fino al 10 febbraio, le famiglie potranno scegliere il nuovo percorso negli istituti autorizzati.
«Nelle prossime settimane - conclude la vice presidente Princi - insieme all’Ufficio scolastico regionale, costituiremo apposito tavolo di lavoro, aperto a tutti i partner della filiera e al sistema datoriale calabrese, per accompagnare al meglio la riforma perché il percorso sia foriero di opportunità conoscitive, formative e occupazionali per i nostri ragazzi».
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