Avvenire di Calabria

Venerdì scorso il clero della Calabria si è ritrovato nel Santuario di Paola per un momento di riflessione e di preghiera

Ritiro del clero calabrese, lectio di Morosini su San Francesco

Redazione Web

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Venerdì scorso il clero della Calabria si è ritrovato nel Santuario di Paola per un momento di riflessione e di preghiera in occasione delle celebrazioni per il 5° centenario della canonizzazione del Santo Patrono della Calabria, San Francesco.

Presenti il presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone, l’ordinario del luogo, Mons. Francesco Nolè, e i Vescovi della regione, che hanno condiviso con il clero la relazione offerta dall’Arcivescovo Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, appartenete alla famiglia dei Minimi, che ha richiamato l’esperienza spirituale di San Francesco alla luce del mistero della Croce.

Il presule, ripercorrendo a livello biblico l’evento della Pasqua, ha ricordato come sull’amore alla Croce San Francesco da Paola fonda la sua tipica proposta di seguire Cristo, basata sulla penitenza quaresimale. «Il desiderio di conformarsi a Cristo - ha detto Morosini - trasforma Francesco in asceta e in apostolo di conversione. Egli va in giro richiamando tutti ad abbandonare il peccato e a ritornare al Signore. Questo suo apostolato è stato sintetizzato bene nel Processo Calabro: “Quanti erano privi di speranza ritornavano consolati, i peccatori convertiti… diceva infatti ad essi: Purificate la vostra coscienza e smettete di commettere ogni genere di peccati… Sono state moltissime le persone, che si sono convertite per questa predicazione”. San Francesco - ha evidenziato Morosini - ha mostrato anche con gli atteggiamenti esterni la sua interiore inclinazione verso il Crocifisso. Sul bastone, col quale si accompagnava nel suoi viaggi, portava sempre una croce. Fa il segno di croce per scongiurare pericoli, per operare guarigioni, per invocare la benedizione dall’alto. Dinanzi alla croce sosta frequentemente a pregare, soprattutto prima di compiere qualche miracolo».

Una figura di santità, un asceta e un apostolo di conversione, che continua a parlare alla storia dell’umanità e al clero di Calabria, chiamato a condividere e sostenere, oggi più che mai, le sofferenze del popolo di Dio. Un clero chiamato sempre di più a configurarsi a Cristo Buon Pastore, a saper lottare contro i peccati che feriscono l’umanità, ricordando anche che, pur vivendo in un mondo segnato tante croci, è sempre possibile credere nella speranza e nell’aiuto del Signore.

Momenti significativi nel corso della giornata sono stati l’adorazione eucaristica, le sante confessioni e la breve processione nella Cappella delle reliquie con l’atto di consacrazione e la preghiera per lucrare le indulgenze.

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