In cinque anni da consigliere delegato alla Protezione Civile del Comune di Reggio Calabria ha dovuto fronteggiare l'emergenza-sbarchi e una pandemia. Una palestra niente male per Antonio Ruvolo, eletto tra le fila del Psi, un passato da cestista che, paradossalmente, in due occasioni così delicate si è ritrovato a dover destinare quei luoghi di sport - a lui tanto cari - come «ricoveri d'emergenza». Prima per i migranti, adesso per i senza fissa dimora. «Il "Palloncino", impianto sportivo nella zona sud della Città, ospiterà il servizio-docce per i senza tetto» ci dice durante il nostro collegamento Skype. Una decisione quanto mai necessaria visto il diffondersi dell'epidemia da Covid-19 anche in riva allo Stretto.
L'attenzione ai più vulnerabili e la collaborazione con la Caritas diocesana. «Recependo le istanze della Caritas avevamo suggerito al sindaco di convertire, come fatto in occasione del'emergenza migranti, l'uso di una palestra comunale per accogliere il servizio-docce per i senza fissa dimora. Così sarà: manca soltanto qualche parere tecnico, ma non credo ci sia alcun tipo di problema, per concedere la struttura del "Palloncino" per queste finalità. Personalmente, mi sto impegnando a far installare fuori dall'impianto sportivo una tenda per il Triage sanitario di quanti verranno accolti proprio per evitare che quello che dovrebbe essere un rifugio sicuro si possa trasformare in un centro di trasmissione del virus».
L'attività del Centro operativo comunale. «Il Coc ha aperto i battenti lo scorso 5 marzo: ci stiamo prodigando ad assistere la popolazione in questa fase di forte emergenza. Per entrare nel concreto stiamo consegnando a domicilio i farmaci salva-vita ai soggetti più vulnerabili da Coronavirus come anziani e disabili; parimenti consegniamo generi di prima necessità a quei soggetti che si trovano in situazioni di grave difficoltà, come anche alcuni casi di positivi al Covid-19 e posti in quarantena domiciliare. A questi si aggiungono chi sta vivendo sulla propria pelle la chiusura delle attività commerciale: dopo l'ultimo dpcm del 25 marzo, le chiamate d'aiuto si sono moltiplicate. Tra le altre emergenze abbiamo supportato le strutture sanitarie, in particolar modo nell'operazione di trasferimento del reparto di Pneumologia dal "Morelli" ai "Riuniti", così come siamo impagnati giornalmente a coadiuvare la farmacia dell'Asp affinché i cittadini che vogliano usufruire dei loro servizi rispettino le restrizioni imposte dai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, quali, ad esempio, rispettare la fila a distanza di sicurezza fuori dal presidio».
Una rete, supportata dal volontariato, che sta tenendo. «Siamo supportati dalla Caritas diocesana, dal Banco Alimentare e altre associazione laiche che ci stanno dando una grande mano per gestire le richieste che ci arrivano che, spesso, hanno delle ricadute sociali prima ancora che emergenziali. Al momento possiamo dire che stiamo tenendo: non tutte le associazioni di Protezione Civile sono state sollecitate a dismisura. Consideriamo che, quotidianamente, riusciamo a gestire le esigenze che ci vengono sottoposte. Grosso modo, fino ad oggi, abbiamo ricevuto quasi 800 chiamate (questo il numero unico per l'emergenza: 0965 3622591), molte delle quali sono a titolo informativo. Rispetto all'operatività: stabilmente serviamo 50 famiglie, ma soltanto l'altro ieri, giusto per fare un esempio, ne abbiamo censite altre 10 nuove».
Le difficoltà verso i dispositivi di sicurezza. «Abbiamo sentito alcune imprese reggine che si stanno riconvertendo proprie produzioni. Il sindaco Falcomatà mi ha comunicato che abbiamo ricevuto una donazione e, in conseguenza di questa, abbiamo avviato una gara per la fornitura dei Dpi. Il problema per noi c'è, soprattutto laddove i soggetti positivi in quarantena dovessero aumentare, non saremmo nelle condizioni di coprirli in virtù della penuria di questi dispositivi. La Protezione Civile regionale ci ha fornito, al momento, soltanto le mascherine cosiddette chirurgiche. Ma, come detto, per alcuni casi non bastano».
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Emergenza Covid-19. Il primario di Rianimazione del Gom: «Posti-letto triplicati in Terapia intensiva». L'intervista digitale, oltre al confronto con Ruvolo, fino al minuto 27:36, ha registrato anche l'intervento del primario di Terapia Intensiva del Grande Ospedale Metropolitano, Sebastiano Macheda (clicca quì per approfondire).