Ospedale Bambino Gesù: Roma, oggi la visita di una delegazione della Nazionale di calcio
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Formalmente è una “struttura di prossimità per la grave marginalità a Milano”. In pratica, si tratta di un articolato sistema di servizi diffusi sul territorio rivolto alle persone che vivono in condizione di forte disagio. Arcturus è un progetto inedito e sperimentale, monitorato da centri di ricerca e università, da oggi on line all’indirizzo www.progettoarcturus.it, sito web dove è possibile anche vedere il video che ne racconta contenuti, azioni e finalità. L’ente titolare della sperimentazione del Progetto è Regione Lombardia attraverso Ats Milano Città Metropolitana. I fondi sono del ministero della Salute che, nel 2020, li aveva stanziati proprio per chiedere alle Regioni di sperimentare “strutture di prossimità per la promozione della salute e per la prevenzione, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie di persone più fragili, ispirate al principio della piena integrazione socio-sanitaria, con il coinvolgimento delle istituzioni presenti nel territorio, del volontariato locale e degli enti del Terzo settore”.
In Lombardia era stata aperta la procedura di una Manifestazione di interesse cui avevano partecipato diverse realtà del privato sociale. Ad aggiudicarsi il bando, una cordata guidata da Fondazione Casa della carità, soggetto ideatore capofila di Arcturus. Gli altri nove partner sono suddivisi tra enti soci ideatori (Fondazione Caritas Ambrosiana, Associazione San Fedele e Cooperativa Farsi Prossimo) ed enti soci partner del tavolo di co-progettazione (Fondazione Progetto Arca, Opera San Francesco, Croce Rossa Italiana Comitato di Milano, Consorzio Sir, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, Medici volontari italiani).
“Questo progetto – spiega don Virginio Colmegna, che all’epoca dell’avvio di Arcturus era presidente della Fondazione Casa della carità – è nato dalla volontà di includere persone particolarmente vulnerabili dentro sistemi di cura cui normalmente non accedono. Lo abbiamo pensato in maniera diversa dal solito con due novità essenziali. La prima è un ribaltamento di prospettiva: non devono più essere le persone a cercare i servizi, ma il contrario. Sono cioè i servizi che devono incontrare i più bisognosi nei luoghi da loro vissuti e frequentati. La seconda innovazione riguarda la presa in carico. La persona non viene più seguita in base al singolo problema di salute che può avere, ma nella sua interezza, compresi i bisogni di ordine sociale. Anche qui c’è un rovesciamento di prospettiva che punta a una reale integrazione tra sociale e sanitario”.
Il Progetto Arcturus “si rivolge a persone non riferibili a un classico bacino di utenza legato a un determinato ambito territoriale, ma a una popolazione diffusa sull’intero contesto urbano di Milano con le caratteristiche di essere senza fissa dimora, insediata in contesti non regolari, ospite temporanea in centri di accoglienza, vittima di tratta o soggetta a misure restrittive. Si tratta pertanto di invisibili o persi di vista che non accedono ai sistemi di cura se non in fase di emergenze da pronto soccorso”.
Fonte: Agensir
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