Avvenire di Calabria

Un migrante Sylla Noumo, di 32 anni, senegalese, è morto la notte scorsa in un incendio divampato nella nuova tendopoli di San Ferdinando gestita prima dal Comune ed ora dalla Caritas

San Ferdinando, ancora un morto nella «nuova» tendopoli

Redazione Web

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Un migrante Sylla Noumo, di 32 anni, senegalese, è morto la notte scorsa in un incendio divampato nella nuova tendopoli di San Ferdinando gestita prima dal Comune ed ora dalla Caritas. La tendopoli si trova a poche centinaia di metri dalla vecchia baraccopoli smantellata nella quale, in un anno, 3 migranti sono morti a causa di incendi divampati nelle strutture fatiscenti di cui era fatta. L'incendio, secondo una prima ricostruzione, si è sviluppato in un angolo della tenda da sei posti, dove erano posizionati alcuni cavi elettrici. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. Nell'incendio è andata distrutta solo una tenda. La tendopoli, realizzata alcuni anni fa dalla Protezione civile, è attrezzata, con presenza di servizi igienici e presidi sanitari, ed è vigilata. Tra il 2018 e il 2019 nella baraccopoli abbattuta erano morti tre migranti Moussa Ba, di 29 anni, Becky Moses, di 26, e Surawa Jaith nemmeno diciottenne.

 
"Siamo addolorati per la morte di una persona a San Ferdinando: se fosse successo nella baraccopoli abusiva il bilancio poteva essere ben piu' pesante". Lo dichiara il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Questa mattina il prefetto di Reggio Calabria ha convocato a San Ferdinando il Comitato per la Sicurezza, alla presenza del procuratore di Palmi. La baraccopoli abusiva aveva ospitato fino a 3mila immigrati: contestualmente allo sgombero del 7 marzo scorso, tutti gli stranieri con permesso di soggiorno hanno avuto una sistemazione alternativa e controllata. Il rogo di questa notte si e' innescato in una tenda. L'area e' attrezzata con servizi igienici, presidio sanitario e vigilanza: il rapido intervento dei soccorsi ha evitato una tragedia di dimensioni maggiori. "Teniamo alta l'attenzione: al Comune di San Ferdinando abbiamo appena riconosciuto 350mila euro per gestire la situazione post-sgombero. L'auspicio è incrementare sempre di piu' controlli, legalita' e assistenza per evitare sfruttamento, degrado e tragedie" conclude Salvini. Al 5 marzo scorso, la presenza stimata di immigrati nella baraccopoli era di 1.592 persone. Di queste, 200 sono state trasferite negli ex Sprar e Cas, circa 460 si sono spostate volontariamente e 900 hanno trovato sistemazione nella tendopoli vigilata e attrezzata.

"Il percorso di superamento della tendopoli di San Ferdinando proseguira' "con l'installazione dei moduli abitativi già disponibili e quelli che metterà a disposizione la Regione Calabria e che verranno distribuiti in dieci comuni del territorio". Lo ha annunciato il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari a conclusione della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata nel municipio di San Ferdinando dopo l'incendio nella tendopoli che ha provocato la morte del 32enne senegalese Sylla Noumo. Il Prefetto ha annunciato che martedi' prossimo ci sarà un'altra riunione in Prefettura con i comuni interessati, per avviare il piano di distribuzione dei moduli abitativi. Si tratta di strutture da otto posti dotate di bagno e cucina, 30 delle quali già messe a disposizione dal ministero dell'Interno. "E' stata fatta un'analisi completa su quanto accaduto. Stiamo aspettando una relazione tecnica dei vigili del fuoco che ci serve per capire l'origine dell'incendio e contemporaneamente ci sono indagini Polizia di Stato per cercare di fare luce su quanto accaduto". Lo ha poi spiegato il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, a conclusione della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata dopo l'incendio nella tendopoli di San Ferdinando che ha provocato una vittima. Alla riunione, hanno partecipato il Questore di Reggio Calabria, i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza, il procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza, il sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi e rappresentanti dei vigili del fuoco. Il Prefetto si è detto rattristato ed ha espresso solidarietà alla famiglia della vittima. Attualmente nella tendopoli vivono 800 persone, il massimo consentito. Fino ad un mese fa vi erano ospitate 500 persone, poi, con l'abbattimento della baraccopoli, sono state aggiunte nuove tende che hanno portato la capienza ad 800. Trecento migranti sono stati trasferiti, appunto, dalla baraccopoli. Era stata installata recentemente, per fare posto ai migranti spostati dalla baraccopoli demolita, la tenda andata a fuoco ieri sera a San Ferdinando. La tenda era realizzata con materiale ignifugo ma, hanno spiegato i vigili del fuoco, questo accorgimento serve solo a rallentare lo svilupparsi delle fiamme e non ad impedire l'incendio. Il rogo, poi, puo' essersi propagato a causa dei materiali presenti all'interno della tenda quali materassi, vestiti ed altro. "Al momento non viene esclusa alcuna causa. Si sta lavorando per effettuare accertamenti tecnici e scientifici sulla tenda incendiata" ha sottolineato il procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza. Il magistrato, parlando con i giornalisti, ha chiesto tempo "per avere gli elementi necessari per avere un quadro della situazione". Sferlazza, in mattinata, effettuerà un sopralluogo nella tendopoli.

"Lo sgomento che inevitabilmente ci assale di fronte alla nuova tragedia, stavolta verificatasi all'interno della Nuova Tendopoli, non deve offuscare uno sguardo che, al contrario, deve restare lucido rispetto a questa realtà che è in continua evoluzione e che reclama soluzioni adeguate e sostenibili". E' quanto si legge nella nota dell'Amministrazione Comunale di San Ferdinando. "La nuova Tendopoli, dotata di sistemi antincendio, di videosorveglianza, di impianti elettrici rispondenti alle prescrizioni normative, regolamentata da un codice di comportamento utile a garantire la qualità della convivenza e minimizzare tutti i rischi, garantita da un presidio fisso dei Vigili del Fuoco e dalla presenza costante delle Forze dell'Ordine è il risultato di una sinergia virtuosa che è stata costruita per garantire ai migranti le condizioni migliori, pur nella limitatezza dei mezzi. Questa evenienza luttuosa, che lascia sul terreno un'altra giovane vittima impone, tuttavia, una ulteriore riflessione che consenta di uscire dall'affanno di una gestione emergenziale di questo fenomeno; fenomeno che non può essere né esorcizzato né rimosso ma deve essere governato nella sua complessità e all'interno di questo territorio.
Un territorio che ha bisogno di essere ripensato criticamente, che ponga al centro i suoi drammi ma anche le sue tante potenzialità e che individui nel lavoro l'unica leva per allontanarsi dalla deprivazione e accedere alle dinamiche dello sviluppo. E' il lavoro l'unica forza capace di trasformare in profondità questa nostra realtà, e diventare condizione di prosperità, serenità sociale, cittadinanza attiva e di naturale integrazione per i migranti. La Tendopoli non è mai stata concepita come una soluzione definitiva ma vuole essere solo una tappa di un processo più articolato che deve porsi come obiettivo una ospitalità diffusa e garantita dalla certezza e dalla dignità di un lavoro, all'interno di un teatro produttivo, sociale e culturale che escluda sfruttamento e xenofobia".

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