Avvenire di Calabria

Arrivarono nel 1564. La loro attività proseguì ininterrotamente fino all’espulsione del 1767: l’istituto fu riaffidato alla Compagnia di Gesù nel 1849 per altri 10 anni

Sant’Ignazio di Loyola e la presenza dei gesuiti a Reggio Calabria

L’antica chiesetta di San Gregorio Magno divenne un luogo di catechesi e di amministrazione dei sacramenti. Situata nel centro storico della città dello Stretto, costruita dai normanni sulla struttura bizantina dell’Annunziata, fu poi consegnata alle cure della Confraternita degli Ottimati

di Renato Laganà

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I padri gesuiti a Reggio Calabria arrivarono nel 1564. La loro attività proseguì ininterrotamente fino all’espulsione del 1767: l’istituto fu riaffidato alla Compagnia di Gesù nel 1849 per altri 10 anni.

L’antica chiesetta di San Gregorio Magno divenne un luogo di catechesi e di amministrazione dei sacramenti. Situata nel centro storico della città dello Stretto, costruita dai normanni sulla struttura bizantina dell’Annunziata, fu poi consegnata alle cure della Confraternita degli Ottimati.

Chi era Sant'Ignazio di Loyola

La riforma, nella vita cristiana, parte sempre dal discernimento e ha come scopo il servizio a Dio: è questo il potente messaggio che ci affida sant'Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti.

Era nato ad Azpeitia nella provincia basca di Guipúzcoa nel 1491 ed era il minore di 13 figli, otto maschi e cinque femmine, di una famiglia impegnata a servire i re cattolici di Castiglia.

Nel 1506 rimase orfano e venne mandato nella città di Arévalo per essere istruito nelle arti cavalleresche. Rimase però ferito a una gamba a Pamplona e, durante la convalescenza, grazie ad alcune letture spirituali, cominciò un cammino di conversione religiosa e di «progettazione spirituale».

Forte della sua esperienza militare decise di mettere quella disciplina al servizio di Cristo e della vita della Chiesa nel mondo.

La sua formazione si compì tra Spagna e Francia. Scrisse alcune regole, poi confluite negli Eserczi spirituali, e nel 1534 assieme ad alcuni compagni diede vita a Parigi al primo nucleo di quelli che sarebbero poi diventati i Gesuiti.

Nel 1537 fu ordinato prete a Venezia. Morì nel 1556 a Roma, 16 anni dopo l'approvazione della sua Compagnia.


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Ripercorri la storia dei padri gesuiti a Reggio Calabria

Al ritorno nella sua diocesi, dopo aver partecipato attivamente al Concilio di Trento, l’arcivescovo Gaspare del Fosso, avviò un vasto programma teso a mettere in opera quanto indicato dai nuovi canoni conciliari.

L’attenzione alla formazione della gioventù lo portò a chiamare i padri gesuiti con il sostegno dell’amministrazione comunale reggina (allora Universitas) che, nell’ottobre dell’anno 1563, avanzò richiesta al re Filippo II di Spagna per autorizzare «l’apertura di una casa di Gesuiti da adibirsi a Collegio per l’edificazione della gioventù» con l’impegno di sostenere finanziariamente le opere edilizie e il mantenimento dei padri.

La richiesta venne avallata da Pirro Antonio Pansa, Regio commissario delle due province di Calabria e dal vicerè di Napoli il quale, avanzò formale richiesta a Roma il 7 febbraio 1564.

L’arcivescovo, da parte sua, indirizzava al padre Diego Lainez, preposto generale della Compagnia di Gesù che aveva conosciuto al Concilio di Trento e con il quale aveva fatto parte della deputazione di otto padri conciliari incaricati di elaborare i canoni e la dottrina sul sacramento dell’Ordine, la richiesta per l’erezione di due collegi: uno a Reggio, l’altro a sant’Agata, «dalli quali Dio sarà tanto servito, jo sentito tanto agiuto, et questa diocesi tanto benalti erano i frutti spirituali, eficio, che a me tutte le altre fatiche pariranno piaceri».

Aggiunge poi, «Ho deputato una chiesa quale i vostri Padri haveno voluto, che sta al miglior luogo della città. Oggi compreremo certe case contigue per allogiarsi al principio».

A Reggio venne mandato padre Giovanni Francesco Soto «per attendervi ai ministeri sacerdotali e curarsi la salute».


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Nelle pagine delle Memoriae Civitatis Rhegii del cantore Antonio Tegani nell’anno 1564 viene data la notizia della consegna della chiesa «li Padri de la Compagnia di Jesu alli dui di febbraio pigliano il collegio di Rhegio, e monsignor fra Gaspare ha levato la cura delle anime et anco entrati di San Gregorio et alli Padri Gesuiti ce la ha dato la chiesa nuda».

Poi è la volta di padre Nicolas Alfonso de Bobadilla che, con padre Lainez erano stati compagni di Sant’Ignazio di Loyola nella fondazione della Compagnia, per seguire da vicino la realizzazione della casa dei gesuiti.

Da Reggio, come riporta in un saggio Filippo Iapelli (Gaspare del Fosso e i Gesuiti), padre Nicolas comunicava al segretario del padre generale «Ho visto cose miracolose che, certo, da che cominciò la Compagnia, non credo che si è mai vista tanta buona volontà e allegria corporale e spirituale edificando y fabricando el collegio con musica, baylando y zapando».

Negli anni successivi iniziò l’attività di insegnamento che ebbe un lento avvio dovuto anche alle continue incursioni dei Turchi.

La situazione migliorò nel 1572 quando, nella Lettera Annua i padri gesuiti riferivano che pur con un numero esiguo «quippe qui choros Angelorum non excedunt» tuttavia buoni erano «i frutti spirituali, il clima temperato, il cielo clemente» ed inoltre «domus et templi per bellum aedificium».

Nel corso del XVII secolo il Collegio, superate le difficoltà causate dalle distruzioni operate dai Turchi di Scipione Cicala nel 1594 e i successivi danni del terremoto del 1608, divenne la scuola in cui si formarono le «classi colte della città e della diocesi»: ai corsi iniziali di grammatica e di umanità si aggiunsero il corso di filosofia (1628) e quello di teologia (1640).

La chiesa di san Gregorio Magno divenne il centro di una intensa attività di predicazione, di catechesi, di lezioni sacre e di amministrazione dei sacramenti.

Essa era situata, al centro della città, sotto il castello, nell’area oggi occupata in parte dall’edificio del Liceo classico e dalla via Tommaso Campanella ed era stata costruita dai normanni sulla struttura bizantina dell’antica chiesa dell’Annunziata che ne divenne il sottocorpo in cui ebbe la sede della confraternita degli Ottimati.

L’attività dei gesuiti proseguì sino al 1767, anno in cui il 3 novembre il re Carlo III emanò un editto che ordinava l’espulsione dei gesuiti dai suoi stati. Il Collegio venne chiuso e nella chiesa fu trasferita la sede della parrocchia di san Nicola dei Bianchi, che assunse il nome di san Gregorio Magno per pochi anni perché a causa del terremoto del 5 febbraio 1783, rimase poi «Cadente, priva di tetto e perciò abbandonata».

La sede parrocchiale venne successivamente trasferita nella Cattedrale assumendo il titolo di parrocchia di santa Maria Assunta. Nel 1801 ai monaci basiliani del convento di Calamizzi fu affidato il Collegio e ne promossero la ricostruzione con l’appoggio del marchese Spinelli di Fuscaldo.

Esso venne dapprima destinato a diversi usi e, nell’anno 1810, iniziò l’attività la scuola secondaria di prima classe, detta Liceo, a seguito del «Decreto per lo stabilimento e dotazione di un liceo nella città di Reggio», emanato dal re delle Due Sicilie Gioacchino Napoleone.


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L’intensa attività scolastica nel corso di pochi anni accrebbe la necessità di altri spazi e nell’aprile 1847 monsignor Gaetano Paturzo, rettore del Collegio, avanzava richiesta per avere assegnato un suolo a monte del complesso per costruire le «necessarie officine» e regolarizzare il prospetto «dacché l’attuale non solo è privo di euritmia, e di quelle condizioni architettoniche che si richieggono».

Con l’affidamento del Real collegio di Reggio alla Compagnia di Gesù, stabilito con Decreto reale emanato a Caserta il 30 novembre 1849 dal re Francesco II, si eseguirono i lavori di completamento con la sopra elevazione della struttura e il restauro della chiesa che venne ampliata con l’aggiunta di cappelle laterali, avanzandosi anche la facciata per allinearla al nucleo del Collegio.

Essa venne intitolata a sant’Ignazio e nell’altare centrale venne collocato il quadro dipinto dal Mancinelli. Dopo dieci anni di attività, nel 1860, i gesuiti lasciarono il Collegio che, con il nuovo stato nazionale, divenne la sede del Real liceo–ginnasio.

La chiesa attigua, sconsacrata, passò di proprietà del Comune che dopo varie utilizzazioni trasferì in essa la Biblioteca comunale, inaugurata nel dicembre 1908 qualche settimana prima del violento sisma che avrebbe definitivamente distrutto l’antico complesso, polo attivo di vita culturale per oltre tre secoli.

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