Avvenire di Calabria

L'appuntamento nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria alle 18

Oggi è santa Cecilia, patrona della musica: in Duomo incontro delle corali

L'arcivescovo Morrone presiede una Santa Messa a cui parteciperanno tutte le corali della diocesi

di Redazione Web

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Oggi la Chiesa festeggia santa Cecilia, patrona della musica: a Reggio Calabria una santa messa. Cecilia si sposò con il nobile Valeriano e secondo la Passio il giorno delle nozze confidò cantando al suo sposo il desiderio di restare vergine. Per questo è patrona della musica. Benefattrice dei Pontefici e fondatrice di una delle prime chiese di Roma, visse fra il II e III secolo.

Santa Cecilia, una messa in duomo a Reggio Calabria

Oggi è la Festa di Santa Cecilia, patrona dei musicisti. A Reggio Calabria, l'arcivescovo Morrone presiederà alle 18, nella Basilica Cattedrale, una Santa Messa.


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La celebrazione, spiega alla viglia Carmen Cantarella (dell'Ufficio liturgico diocesano), «vuole essere l’inizio di un percorso di formazione diocesana di Musicologia Liturgica a servizio delle celebrazioni comunitarie».

Alla celebrazione liturgica nella solennità di Santa Cecilia, che si terrà nel duomo reggino, parteciperanno le corali parrocchiali della diocesi. La celebrazione eucaristica è stata preceduta da due incontri preparatori: l’11 e il 18 novembre, entrambi alle 18.30, presso il salone parrocchiale del Santissimo Salvatore.

Patrona della musica

È patrona della musica, di musicisti e cantanti. Santa Cecilia vergine e martire ha ispirato più di un capolavoro artistico, tra cui l'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, oggi a Bologna (una copia della quale, realizzata da Guido Reni, si trova nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, la Santa Cecilia di Rubens (a Berlino), del Domenichino (a Parigi), di Artemisia Gentileschi. In letteratura, Cecilia è stata celebrata specialmente nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, in un'ode di John Dryden poi messa in musica da Haendel nel 1736, e più tardi da Hubert Parry (1889).

Altre opere musicali dedicate a Cecilia includono l'Inno a santa Cecilia di Benjamin Britten, un Inno per santa Cecilia di Herbert Howells, la nota Missa Sanctae Ceciliae di Joseph Haydn, una messa di Alessandro Scarlatti, la Messe Solennelle de Sainte Cécile di Charles Gounod, Hail, bright Cecilia! di Henry Purcell e l'Azione sacra in tre episodi e quattro quadri di Licinio Refice (su libretto di Emidio Mucci), Cecilia (1934), Cantata a Santa Cecilia (1998) di Frederik Magle, e Cecilia, vergine romana cantata di Arvo Pärt.  

Il culto per Santa Cecilia

Il culto per Santa Cecilia è molto antico. Due i fatti accertati: il «titolo» basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all'anno 313, cioè all'età di Costantino; la festa della santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell'anno 545. Sembra inoltre che Cecilia venne sepolta nelle Catacombe di San Callisto, in un posto d'onore, accanto alla cosiddetta «Cripta dei Papi», trasferita poi da Pasquale I nella cripta della basilica trasteverina. La famosa «Passio», un testo più letterario che storico, attribuisce a Cecilia una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa.

Nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e studiosi, che intendevano restituire onore alla musica liturgica sottraendola all’influsso del melodramma e della musica popolare. Il movimento ebbe il grande merito di ripresentare nelle chiese il gregoriano e la polifonia rinascimentale delle celebrazioni liturgiche cattoliche. Nacquero così le varie Scholae cantorum in quasi tutte le parrocchie e i vari Istituti Diocesani di Musica Sacra (IDMS), che dovevano formare i maestri delle stesse Scholae.


PER APPROFONDIRE: Festa della Musica, don Giorgio Costantino: «In Chiesa anche le chitarre elettriche»


Il tortonese e sacerdote Lorenzo Perosi, che trovò in San Pio X un paterno mecenate, è certamente l’esponente più celebre del Movimento Ceciliano, che ebbe in Papa Sarto il più grande sostenitore. Il 22 novembre 1903, giorno di santa Cecilia, il Pontefice emanò il Motu Proprio Inter Sollicitudines, considerato il manifesto del Movimento e con il quale quel pontefice impresse una svolta riformatrice alla musica sacra d'occidente, la purificò dalle degenerazioni teatrali in voga all'epoca e ridiede centralità e splendore al gregoriano, al canto polifonico e al suono dell'organo.

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