Avvenire di Calabria

Il ministro dell'Interno analizza il provvedimento: «Illecita acquisizione dei voti»

Scioglimento per mafia. Lamezia, querelle Minniti-Mascaro

La replica dell'ex sindaco: «Chi difende un mafioso non può essere considerato un criminale»

Redazione Web

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Tra le pagine di motivazioni dello scioglimento del Consiglio Comunale di Lamezia Terme si legge come ci fosse «sussistenza di cointeressenze, frequentazioni, rapporti a vario titolo tra numerosi componenti sia dell'organo esecutivo che di quello consiliare con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata». In particolare il Ministro dell'Interno spiega come ci sian «fonti tecniche di prova hanno attestato come la campagna elettorale per il rinnovo degli organi elettivi sia stata caratterizzata da un'illecita acquisizione dei voti che ha riguardato, direttamente o indirettamente, esponenti della maggioranza e della minoranza consiliare» e che ci sarebbe «la persistenza delle medesime dinamiche collusive e dell'operatività degli stessi personaggi di spicco delle organizzazioni criminali dominanti in quel territorio» che distinsero i precedenti scioglimenti.

La replica di Mascaro: Superficialità disararmante.

«Mi aspettavo superficialità ed approssimazione ma non fino a questo punto. Chi difende un criminale non è un criminale, è un’offesa per tutta l’avvocatura», spiega l'ex sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro.

 

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