Avvenire di Calabria

Nelle classifica delle regioni italiane sulla presenza degli allievi disabili, la Calabria si colloca al decimo posto con 7.394 unità

Scuola Calabrese e disabili: meno retorica, più inclusione

L'intervento di Guido Leone: «Non si può ignorare l’esigenza di una presenza supplementare di personale: educatori, personale assistenziale».

Guido Leone *

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L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisce da tempo un punto di forza del nostro sistema educativo. La piena inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola dell’autonomia in questi anni ha perseguito attraverso una intensa e articolata progettualità, che spesso non ha trovato e non trova sul territorio riscontri in termini di piena disponibilità ,adeguate risorse e razionali strategie interistituzionali.
Nel nostro Paese durante gli ultimi anni sono stati operati tagli significativi sui capitoli dell’ istruzione, della sanità e del welfare. Gli effetti dei tagli e del federalismo fiscale sul diritto allo studio rischiano di fare imboccare alla scuola la via dell’”esclusione”.
Perché ,nonostante esista una normativa che esige la piena inclusione scolastica, si assiste oggi alla mancata attuazione di alcuni diritti volti a garantire l’istruzione anche alle persone con disabilità.
E i dati di ricerche e monitoraggi recentemente effettuati rivelano alcune criticità di non poco conto,dall’insufficiente assistenza in classe alla presenza di barriere architettoniche, dalla presenza di insegnanti di sostegno poco formati al servizio di trasporto non sempre garantito per cui servono cambiamenti urgenti.

CONTINUO AUMENTO DELLE DISABILITA’
Secondo i dati ministeriali gli alunni disabili presenti nel corrente anno scolastico negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 234.658 con un incremento di 10.149 unità rispetto all’anno precedente. Nell’anno scolastico 2007/08 erano 174.404, 60.218 in più. Sono concentrati per lo più nella scuola primaria,83.232, segue la secondaria di II grado con 65.950,la secondaria di I grado con 65.905 ed infine la scuola dell’infanzia con 19.571.

ANCHE IN CALABRIA E NELLA PROVINCIA DI REGGIO
Nelle classifica delle regioni italiane sui numeri della presenza degli allievi disabili la Calabria si colloca al decimo posto con 7.394 unità ,310 allievi in più rispetto all’anno precedente; un incremento continuo come si può ben notare (erano 6.591 nel 2014/15; 6.457 nel 2013/14; 6.224 nel 2012/2013).
Nella nostra regione gli allievi in questione sono così distribuiti: nella scuola dell’infanzia 656, nella primaria 2.448, nella scuola media di primo grado 2.132, nelle scuole superiori 2.158.
Gli allievi portatori di handicap nelle scuole della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 3.115 (due anni fa 2.443) ,così distribuiti: 227 nelle scuole dell’infanzia,1.040 nella primaria, 919 nella media di primo grado, 929 nelle superiori.

AUMENTA ANCHE IL CONTINGENTE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Ma, aumenta, al contempo, il contingente dei docenti di sostegno: questa figura è molto importante non solo per il processo formativo dell’alunno disabile, ma anche per promuovere il processo di inclusione scolastica. Quasi 138.849mila per oltre 234.658 studenti disabili. Si prendono cura ogni giorno di bambini e ragazzi con i disturbi più disparati e mandano avanti la scuola italiana, contribuendo a realizzare quella che in Europa definiscono una eccellenza del sistema scolastico italiano.
Certo non tutti i numeri sono positivi, nel senso anche che troppo docenti, almeno il 40% del totale, sono ancora precari. Tuttavia ,come risulta dai dati del Miur ,il rapporto medio di 1:2 ,cioè di un insegnante specializzato per due alunni con disabilità ,in quest’anno scolastico, si è ridotto a 1:1,69. In totale in Calabria risultano 5.829 posti di sostegno.
L’area della docenza di sostegno, comunque, si presenta ancora con forti problematicità: ampia presenza di personale precario, non pochi incarichi conferiti a personale privo di titolo di specializzazione, turn over “selvaggio” dovuto al meccanismo di assegnazione annuale fuori organico (deroga). Ben vengano, dunque, proposte risolutive per aumentare, stabilizzare e qualificare detto personale, ma sembra arduo immaginare una riduzione dei docenti compensata dall’idea del sostegno “diffuso”: in quasi tutti i casi di disabilità non siamo in presenza solo di problemi di natura apprenditiva e cognitiva (in questi casi le misure compensative adottabili in classe dai docenti di base potrebbero rivelarsi molto efficaci), ma anche di una “materialità” delle cure educative da rivolgere ai disabili: bisogni fisici (deambulazione, pulizia, alimentazione), tempi più abbreviati di attenzione, mancanza di autonomia, esigenze di interazione tonico-affettiva continuativa, ecc.
Ecco perché non si può ignorare l’esigenza di una presenza supplementare di personale:educatori, personale assistenziale. Si tratta però di risorse non facilmente disponibili. C’è infatti una scarsità di strumenti e ausilii adeguati.

IL DETTAGLIO DELLE TIPOLOGIE DI DISABILITA’
Entrando nel dettaglio delle tipologie di disabilità, occorre distinguere fra disabilità visiva, uditiva e psicofisica. La disabilità psicofisica si specifica in disabilità intellettiva, motoria e nella tipologia “altra disabilità”, all’interno della quale vengono considerati gli alunni con problemi psichiatrici precoci, con disturbi specifici di apprendimento - qualora certificati in conformità con altri disturbi - e con sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Per tutti gli ordini e gradi di scuola, la disabilità intellettiva rappresenta la tipologia più diffusa, contando il 65,3 % del totale degli alunni con disabilità, e il 27% si caratterizza per problemi psichiatrici,deficit attenzione,iperattività. Minori sono le percentuali degli alunni che hanno una forma di disabilità motoria, visiva o uditiva: gli alunni con disabilità motoria sono circa il 3,5% del totale, gli alunni con disabilità uditiva sono circa il 2,7% del totale e gli alunni con disabilità visiva si approssimano all’1,6 % del totale degli alunni con disabilità. Analoga situazione è riscontrabile nella provincia di Reggio Calabria dove prevale la minorazione psicofisica.

RILEVANTI ANCHE I NUMERI RELATIVI AI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO- DSA
Aumentano anche nelle statistiche i dati relativi ai disturbi specifici dell’apprendimento. In effetti, dopo il ritardo mentale nella tipologia dei problemi degli alunni con disabilità risulta al secondo posto il disturbo specifico dell’apprendimento(DSA), una sindrome che si manifesta con la difficoltà di imparare la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento. Questa difficoltà, purtroppo, è sempre più spesso causa di diagnosi errate. In tutte le scuole elementari del Paese la dislessia viene diagnostica al 20% dei bambini che la frequentano, percentuale che non rispecchia la realtà e spesso i bambini si ritrovano dirottati su percorsi alternativi come portatori di una disabilità che non hanno.
Troppo spesso l’individuazione e il riconoscimento dei sintomi tardano: nella scuola secondaria di primo grado ,secondo i dati ministeriali, il 4,2% dei ragazzi è affetto da Dsa, a fronte dell’1,6% nella primaria, del 2,5% nella secondaria di primo grado e del 2,1% totale nazionale. Ma a seguito del tardivo riconoscimento si complica nel frattempo il rendimento scolastico del bambino o del ragazzo affetto da Dsa, caricandolo così di ulteriori disturbi emozionali e comportamentali ma anche facendo crescere il disagio delle famiglie.
Riconoscere, perciò, precocemente i DSA è fondamentale ma è necessaria una formazione specifica del personale coinvolto, che offra gli strumenti adeguati per cogliere i primi segnali e d’ effettuare gli interventi opportuni.

E POI LE CRITICITA’ STRUTTURALI E INFRASTRUTTURALI RILEVATE DALL’ISTAT
Una fotografia più dettagliata sulle criticità del pianeta disabilità nel nostro sistema scolastica la propone l’ISTAT nel suo consueto e recente rapporto annuale relativo all’anno 2016/2017 focalizzato però solo sulla scuola dell’obbligo statale e non. Tuttavia, restituisce dati che presumibilmente sono omologabili nei suoi esiti alla scuola superiore.
Nel Mezzogiorno vi è ancora la percentuale più bassa di scuole che possiedono le scale a norma. Ed in particolare la Calabria è quella che è la più deficitaria, l’ultima, che ha i valori in assoluto più bassi nella scuola primaria per quanto riguarda le scale, i servizi igienici, i percorsi sensoriali interni ed i percorsi esterni , le mappe a rilievo e i percorsi tattili .Lo stesso differenziale territoriale anche per la scuola secondaria di primo grado, pur penultima nella classifica delle regioni.
Si confermano, rispetto all’anno precedente, invece i dati relativamente alle presenza di postazioni informatiche destinate alle persone con disabilità, la Calabria è la quintultima regione italiana con il 72,6% nella scuola primaria e il 73,2% nella scuola secondaria di I grado, in questo caso terzultima.
Le postazioni informatiche adattate all’inclusione scolastica sono situate prevalentemente in laboratori dedicati (57,5% delle scuole primarie e 70,7% delle secondarie di I grado). Meno frequente la presenza di postazioni nelle classi di alunni con disabilità (34,% primaria e 30,8% secondaria), mentre la percentuale della loro presenza in aule specifiche per il sostegno è del 28% nelle primarie e del 30% nelle secondarie.
La Calabria si conferma oltre la media nazionale nelle scuole primarie (il 58,5%) per l’utilizzo da parte degli insegnanti di sostegno della tecnologia per la didattica speciale,mentre per le secondarie di I grado è del 54% al pari alla media nazionale.
L’ISTAT segnala, poi, che al Sud sono raddoppiati i ricorsi da parte delle famiglie per ottenere l’aumento delle ore sostegno, il 6,7% nella scuola primaria e il 4,7 delle famiglie nella scuola media di primo grado. Il doppio delle famiglie del Nord. Ed ancora, vien fuori che è del 16,8% la stima degli alunni disabili della primaria che ha cambiato insegnante nel corso dell’anno scolastico, percentuale che aumenta nella scuola media.

LE NUOVE NORME MINISTERIALI PER LA PROMOZIONE DELL'INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI STUDENTI DISABILI
Le linee direttrici dell’azione del MIUR a favore dell’inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità si articolano su tre piani: normativo, della formazione e della organizzazione territoriale.
E’ prevista l’introduzione di indicatori per valutare la qualità dell’inclusione. Saranno semplificate le procedure per la certificazione della disabilità.
Novità e innovazioni riguardano la formazione iniziale dei docenti, così come l’introduzione della formazione permanente in servizio prevista dalla legge 107, il piano per inclusione, l’anagrafe nazionale degli studenti, l’istituzione dei GIT e dei GLIR, la costituzione di scuole polo mentre è già operativo il nuovo osservatorio permanente per l’inclusione.
Inoltre, la legge di Bilancio 2018, al comma 665, prevede apposite misure per gli studenti affetti da Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).Si prevede la possibilità di detrarre le spese sostenute, in favore di soggetti con DSA minorenni o maggiorenni, sino al completamento della scuola secondaria di II grado, per l’acquisto di strumenti compensativi e supporti tecnici e informatici necessari all’apprendimento. La detrazione riguarda le spese sostenute nel 2018, per cui va effettuata nella dichiarazione dei redditi 2019.
Il nostro territorio deve raggiungere alti livelli di qualità nell'integrazione all'interno dei servizi educativi, delle scuole e degli enti di formazione professionale, anche attraverso gli sforzi di integrare strumenti, progetti e politiche. Bisogna considerare che per i ragazzi con disabilità intellettivo-relazionale quel pugno di anni scolastici è tutto ciò che avranno in termini di relazione autentica. Per questo il principio dell’inclusione scolastica ci riguarda tutti insieme: dirigenti scolastici e insegnanti curricolari, non solo di sostegno; genitori di tutti gli alunni, non solo di quelli con disabilità. Non sentirsi direttamente coinvolti nelle questioni, non è una giustificazione. Pensiamo allora a un nuovo welfare regionale, perché si apra una fase nuova. Abbiamo sempre parlato di bisogni e servizi: è ora di parlare di diritti e responsabilità.

* Già ispettore tecnico USR Calabria

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