Avvenire di Calabria

Confronto all’Auditorium della Fondazione Lucianum promosso dall'Ufficio diocesano famiglia insieme alla Commissione regionale della pastorale famiglia e vita

Se essere famiglia è una vocazione

La testimonianza al centro di una rinnovata prospettiva di pastorale familiare, tra gli interventi: l'arcivescovo reggino e presidente Cec Morrone e il vescovo di Mileto Attilio Nostro

di Dominella e Giuseppe Fortugno *

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Mercoledì 13 marzo presso l’Auditorium Fondazione Lucianum di Reggio Calabria, si è tenuto il primo incontro della Metropolia di Reggio-Bova con la Commissione regionale calabra della pastorale famiglia e vita.

«Sotto lo stesso cielo e tutti sulla stessa barca»

L’incontro, organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare Reggio Calabria-Bova, dal titolo «Sotto lo stesso cielo e tutti sulla stessa barca» si è posto in continuità con la fase sapienziale del cammino sinodale della Chiesa in atto e, in particolar modo, con quanto prefissato ed avviato dal vescovo delegato Cec per la famiglia e la vita monsignor Angelo Panzetta e dai responsabili della Commissione rappresentata dal direttore don Tommaso Mazzei e dalla coppia responsabile Silvia e Giuseppe Alì, incontrando le diverse metropolie della regione con lo scopo di unire, promuovere, incoraggiare e accompagnare il discernimento comunitario nella pastorale e nella famiglia attraverso la collaborazione e la condivisione tra le diocesi, di proposte ed iniziative integrate.

Da sfondo al tema dell’incontro sono stati i segni pensati per l’occasione di «rete», come simbolo valoriale di testimonianza umana e di fede di molte vite che si spendono per allargare lo sguardo di Chiesa e il “nodo-persona”, quale segno della centrale identità materiale e spirituale dell’uomo da raggiungere.

Famiglia da ricollocare al centro della pastorale

Gli interventi dell’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova e presidente della Cec monsignor Fortunato Morrone e del vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Attilio Nostro, hanno messo in evidenza l’importanza di ri-collocare oggi più che mai la famiglia al centro della pastorale in un contesto sociale incerto e mutevole invitando la famiglia stessa a prendere ad esempio lo sguardo attento di Gesù, capace di accrescere l’amore facendo della Sua vita una continua esperienza di umanità terrena.

Famiglia come nodo e snodo per lasciarsi interpellare sul come si possa essere generativi, sul come poter rilanciare con coraggio forme nuove di aiuto a difesa e a custodia della vita, affinché si possa consentire a Dio di parlarci, di sorprenderci, di condurci oltre noi stessi e di rigenerarci e di non aver paura di appartenere ad una chiesa «vulnerabile», ma ad avere invece grande fiducia nell’opera che lo Spirito Santo va realizzando in ogni momento.


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«È Lui il protagonista del processo sinodale! È Lui che apre i singoli e le comunità all’ascolto; è Lui che rende autentico e fecondo ogni dialogo; è Lui che illumina il discernimento; è Lui che orienta le scelte e le decisioni».

La prospettiva: una rinnovata pedagogia familiare

È stata con questa direzione, di seguire una pedagogia per la famiglia ben definita, che le diocesi suffraganee di Mileto-Nicotera-Tropea, Oppido Mamertina-Palmi e Locri-Gerace, rappresentate dai membri che afferiscono alla Consulta regionale, hanno condiviso proposte, scambi di esperienze, piste di lavoro, riflessioni a cui si sono poi uniti altri «interventi da campo», quelli di diverse realtà territoriali presenti e operative con merito nella diocesi reggina che con altrettante testimonianze hanno dato ulteriore sostegno e convinzione che è solo camminando insieme che si apre un cammino e «sotto lo stesso e tutti sulla stessa barca», custoditi dal Suo sguardo, «davanti al mare aperto che si incontra c’è chi vede un limite e si ferma, e chi invece scorge una possibilità e si imbarca». E allora…buona navigazione a tutti noi.

* direttori Ufficio famiglia diocesi Reggio Calabria-Bova

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