Avvenire di Calabria

Le testimonianze: i futuri presbiteri della Chiesa di Reggio Calabria-Bova hanno ripreso il loro cammino formativo

Seminario Pio XI, si riparte in stile missionario

Dalla missione popolare di Arghillà, allo sguardo oltre le proprie mura: un anno arricchito da nuove esperienze

di Pietro Casciano e Antonino Pangallo

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I futuri presbiteri della Chiesa di Reggio Calabria-Bova hanno ripreso il loro cammino formativo al Seminario “Pio XI” di Reggio Calabria. L’icona di Emmaus accompagna l’anno da poco iniziato che per alcuni di loro sarà arricchito da esperienze nuove, non solo dal punto di vista formativo.

Tra le vie di Arghillà per stare al passo di Gesù

Il mese di ottobre, definito “missionario”, per la Chiesa Cattolica è tradizionalmente un “tempo forte” dedicato alla missione universale della Comunità cristiana per tutto il popolo di Dio. Nel solco di questo rinnovamento della coscienza battesimale-missionaria, la comunità del Seminario arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria ha vissuto un’intensa settimana di missione popolare nella parrocchia “Sant’Aurelio” di Arghillà.

La missione ha richiesto un breve periodo di preparazione e organizzazione mediante il lavoro di alcuni operatori pastorali parrocchiali congiuntamente all’equipe missionaria del seminario reggino composta da Vincenzo Foti, Domenico Marcianò, Roberto Rajaonarison e Piero Roscitano, studenti del terzo anno, caratterizzato dalla tappa missionaria. La celebrazione eucaristica di domenica 1 ottobre presieduta dal Rettore don Nino Pangallo ha dato inizio a questa esperienza di grazia.


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In quest’occasione la comunità del seminario è stata presentata alla parrocchia ed è stato condiviso il tema, intimamente connesso alla recente lettera pastorale dell’arcivescovo Morrone: Fratelli al passo di Gesù. Il brano biblico di riferimento, in comunione con il sinodo dei Vescovi, è stato quello dei discepoli di Emmaus.

Per tutta la settimana ogni mattina i seminaristi hanno visitato le famiglie del territorio annunciando il Vangelo in semplicità, portando una parola di speranza nelle famiglie segnate dalla prova, ma anche ascoltando le varie testimonianze familiari.

Seminaristi "missionari"

Mentre tanti seminaristi missionari esploravano le famiglie del territorio, a turno due seminaristi si alternavano nell’intercessione per la missione adorando il Santissimo Sacramento. I formatori del seminario, inoltre, erano disposti a confessare chi, recatosi in Chiesa, voleva accostarsi alla misericordia del Signore. Ogni pomeriggio della settimana di missione è stato caratterizzato da un’esperienza diversa. Il primo giorno Lorenzo Tortorella, che verrà ordinato diacono stamattina in Cattedrale, ha tenuto una lectio biblica sulla pericope evangelica dei discepoli di Emmaus.

Mercoledì 4 ottobre, in occasione della festa del patrono d’Italia, insieme agli scouts ha avuto luogo la “caccia francescana”, un’attività di riflessione per i più piccini sulla fraternità e sull’importanza di prendersi cura del territorio riscoprendo sempre più la figura di san Francesco d’Assisi. Inoltre è stato organizzato un torneo di calcio a 5 durante il quale è stata inaugurata la polisportiva parrocchiale Fortunato Quattrone. La polisportiva di Salice ha vinto la sfida classificandosi prima. Non è stato, però, l’unico evento sportivo della settimana poiché ha avuto luogo anche una sfida amichevole di pallavolo tra i seminaristi e la squadra femminile della parrocchia. Giovedì, giorno tradizionalmente sacerdotale, ha avuto luogo la veglia vocazionale durante la quale è stato ripercorso il cammino dei discepoli di Emmaus.

La fiaccolata tra le case di Arghillà con l'arcivescovo Morrone

Venerdì 6 ottobre l’arcivescovo Morrone ha presieduto la fiaccolata mariana che ha avuto inizio dalla piazza “don Italo Calabrò” ad Arghillà nord e, recitando il santo rosario, si è snodata fino alla casa di spiritualità “Santa Maria porto di Pace” retta dalle “figlie della Chiesa”. Qui l’arcivescovo ha esortato tutti quanti ad impegnarsi affinché emerga sempre più l’operaio che è in noi.

Sabato 7 ottobre è stato inaugurato l’oratorio parrocchiale attraverso una grande festa con giochi, canti e balli per i più piccoli. L’eucarestia di domenica scorsa, presieduta dal parroco don Nino Iannò, ha concluso la settimana di missione e, in quest’occasione, tutta la comunità ha gioito con i nove bambini che hanno ricevuto per la prima volta l’Eucarestia. Il gruppo teatrale parrocchiale intitolato a “Gabriele Allegrino”, giovane seminarista della nostra Arcidiocesi scomparso sei anni fa, insieme ad alcuni studenti del Pio XI ha organizzato una serata di comicità interpretando alcune gag simpatiche.

A conclusione della settimana un ringraziamento speciale è d’obbligo verso la comunità parrocchiale “Sant’Aurelio” di Arghillà, e particolarmente verso il parroco che, con molta umiltà e disponibilità, ha accolto la comunità seminaristica divenendo così strumento di grazia per il territorio, ma molto più per i seminaristi che donando sé stessi e annunciando l’amore di Dio in questi giorni hanno ricevuto più di quanto hanno donato.

Pietro Casciano - Seminarista Seminario arcivescovile Pio XI Reggio Calabria

Don Pangallo: «Come i discepoli di Emmaus, chiamati a vivere un incontro unico e irripetibile»

L’icona di Emmaus sarà il filo di Arianna del percorso sinodale e del cammino formativo del nostro Seminario in questo anno. Lasciando Gerusalemme i due discepoli portano dentro eventi dai quali riescono a cogliere solo amarezza.

Tornando a casa, si allontanano dal resto della comunità dei discepoli per digerire il trauma. Sono delusi. Ed in questo andare, Gesù risorto si fa compagno sulla via e li invita ad aprire il cuore. C’è bisogno di aprirsi, non nel lamento o nel pettegolezzo asfittico, ma nel poter gridare al compagno di viaggio l’amarezza ed il dolore. C’è bisogno di recuperare un’umanità che, oltre il mutismo dei falsi sorrisi o delle strategie, sappia elaborare il vissuto affinché le ferite diventino feritoie. C’è bisogno di autentica umanità che sia capace di empatia. Ciò che colpisce è la forza della Parola. Il Risorto fa una esegesi esistenziale: la Pasqua di morte e di risurrezione è il criterio ermeneutico della vita.

L’amore dell’Eterno con cerca paradisi artificiali fuori dalla storia, ma entra e sprofonda negli abissi del rifiuto e della morte per amore. L’invito a fare entrare in casa il compagno di viaggio mentre la notte avanza, arriva mentre si sta per trovare rifugio nella “zona confort” delle proprie certezze. E nello spezzare il pane Gesù si fa riconoscere. Vi è un condividere che schiude al mistero di una presenza. La gioia dell’incontro con il Risorto trasforma l’allontanamento della delusione in una corsa nella notte per annunciare la Risurrezione. Ora i due escono nella notte verso il Cenacolo per raccontare la speranza. Ecco quattro direttrici per il discernimento comunitario sulla formazione al presbiterato. In primo luogo occorre far emergere tutta la nostra umanità, la portata emotiva, intellettiva, volitiva dell’iter vocazionale.


PER APPROFONDIRE: Il Seminario a Napoli per ripartire insieme


La dimensione umana, con la necessaria maturazione, assume un rilievo essenziale in questo tempo di frammentazione. La continua sfida è guardare al proprio mondo interiore e particolarmente alla fragilità, con lo sguardo di misericordia del Maestro, verso un’armonizzazione dell’umano, in una parola, lasciarci plasmare dall’umanità di Gesù. In secondo luogo si tratta di accogliere la forza della parola della Pasqua che ricapitola tutto. Il presbitero può essere maestro solo se diviene testimone (martire). Solo chi impara ad essere agnello può divenire pastore. La via del cammino formativo passa attraverso la capacità di leggere tutto nella luce della fede pasquale. Qui dimensione spirituale e intellettuale si intrecciano fortemente. 

Invitati a far entrare in casa il Maestro

In terzo luogo siamo invitati a far entrare in casa il Maestro e lasciare che spezzi il pane con noi e per noi. Qui si schiude la dimensione eucaristica nella condivisione della vita comunitaria. Il Seminario non è un collegio universitario. Non ci si forma da soli come delle monadi in una sorta di “fai da te” individualista ma occorre imparare a vivere nella logica dello spezzare il pane, attraverso la condivisione della propria vita e nella lavanda dei piedi allenarsi ad un’esistenza che si fa dono. In quarto luogo il viaggio a ritroso verso Gerusalemme nella notte è il vero cammino missionario, è il mettersi in gioco nell’uscire e tornare alla Chiesa del cenacolo. 

In questa direzione, l’invito a vivere un tempo missionario diviene una proposta nuova da sperimentare con tanta delicatezza per ciascuno ma anche con coraggio. Si apre l’anno sinodale del discernimento. A novembre la Cei approverà la nuova Ratio e, alla luce del discorso fatto dal Papa ai Seminari della Calabria, si è chiamati a trovare vie per l’unità. Come sarà il futuro?

Il cammino vocazionale e formativo è una cosa seria

Solo Dio lo sa! Noi preghiamo e lavoriamo affinché il cammino di ciascuno, di ogni vocazione al ministero sacerdotale, possa trovare compagni di viaggio, formatori che facciano sperimentare l’incontro unico e irripetibile dei discepoli di Emmaus. Preghiamo affinché il processo avvenga insieme.

Urge un progetto formativo globale e realmente adeguato alle linee che i vescovi stanno offrendo alla Chiesa Italiana attraverso la Ratio. La formazione è una cosa seria che non può essere improvvisata e chiede un progetto educativo, non frammentario, capace di fare interagire con equilibrio dimensione umana, spirituale, intellettuale e pastorale. Accentuare una dimensione porta al fallimento educativo.

Mentre invochiamo lo Spirito per un discernimento comunitario illuminato per il futuro della Chiesa, tutto offriamo per il dono delle vocazioni. La fatica di questo tempo sia seme gettato nel campo. Nuovi germogli di vocazione stanno già sbocciando.

Don Antonino Pangallo - Rettore Seminario arcivescovile Pio XI Reggio Calabria

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