Avvenire di Calabria

Nei giorni scorsi si è chiuso il bando per il Servizio Civile Universale aperto ad aspiranti volontari

Quando servire è crescere. Il servizio civile universale raccontato dai ragazzi

Vi proponiamo il racconto di quanti si avviano a concludere questa esperienza nella Caritas diocesana

di Autori vari

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Nei giorni scorsi si è chiuso il bando per il Servizio Civile Universale nella Caritas diocesane. In Calabria, sabato scorso, sono iniziati i primi colloqui a livello regionale per gli aspiranti volontari. Oggi proseguono anche in ambito diocesano. In questa pagina vi proponiamo un racconto dell'esperienza del servizio civile attraverso la viva voce dei protagonisti. A partire dai ragazzi che, a breve, cederanno il testimone di questa bella esperienza di vita e di crescita ad altri ragazzi e ragazze desiderosi di impegnarsi concretamente per il prossimo.

L'esperienza dei giovani in Servizio Civile della Caritas di Reggio Calabria alla mostra dedicata a Livatino

contributo a cura di Chiara, Erika, Francesco e Miriam *

Dal 23 al 30 gennaio 2024, la Sala Boccioni di Palazzo Alvaro a Reggio Calabria, ha ospitato la mostra “Sub Tutela Dei: Il giudice Livatino”. Il Centro Servizi per il Volontariato “Due Mari” ha invitato anche noi giovani volontari in Servizio Civile a prendere parte all’iniziativa.

Livatino, una testimonianza di servizio

L’obiettivo della mostra è stato quello di porre sotto la giusta attenzione gli aspetti più significativi della vita del «giudice ragazzino», affinché venga onorata la sua memoria e soprattutto il suo impegno civile e cristiano. Rosario Livatino nasce a Canicattì (Agrigento) nel 1952, da mamma Rosalia e papà Vincenzo, una famiglia di avvocati profondamente cattolici; di conseguenza, egli cresce frequentando l’Azione Cattolica e segue le orme del padre intraprendendo gli studi presso la Facoltà di Giurisprudenza a Palermo. Diplomato e successivamente laureato con il massimo dei voti, partecipa al concorso in magistratura diventando magistrato e scegliendo di operare ad Agrigento.


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Fin da subito si distingue tra i colleghi per il suo modo di lavorare: non è un semplice operatore di diritto ma operatore di giustizia. Rosario vive la realtà mafiosa a 360 gradi: il suo vicino di casa è un boss mafioso agrigentino il quale fa erigere un muro separatore all’ingresso della loro abitazione per limitare i contatti con il magistrato. Gli anni in cui Livatino è magistrato sono anni particolari, la mafia sta cambiando, da rurale entra all’interno del tessuto economico cittadino e si crea una frattura all’interno di Cosa Nostra.

Diversi affiliati alla cosca mafiosa si staccano e nascono le cosiddette «Stidde» siciliane, gruppi di ribelli che contrariamente a Cosa Nostra, agivano in maniera lampante e più esposta al pubblico, per questo motivo le indagini forensi riguardavano principalmente i loro misfatti. Nonostante Rosario sapesse di essere nel mirino della mafia, rinunciò ad avere una scorta, si preoccupava di non causare dolore ad altri padri di famiglia, si dimostrò nel tempo una persona particolarmente indipendente e ferma nei suoi valori e modus operandi.

«Sotto tutela di Dio»: cosa significa

Una sintesi di ciò che era questo suo modo di essere e agire, la ritroviamo nella sigla «S.T.D» (Sub Tutela Dei) che compare in ogni sua agenda e documento. Il significato del motto è Sotto la Tutela di Dio; il magistrato Livatino era consapevole di compiere il lavoro di giudice e quindi di avere un ruolo significativo sulle vite degli imputati, per questo motivo decideva di agire concentrandosi solo sul crimine commesso, mantenendo il rispetto e la dignità della persona incriminata. 


PER APPROFONDIRE: Servizio Civile, «a scuola degli ultimi» con la Caritas Reggio Calabria


Il 21 settembre 1990, mentre si recava a lavoro, venne inseguito da quattro uomini armati e colpito da diversi colpi di pistola; tenta di fuggire ma la sua corsa viene interrotta, si rivolge ai suoi assassini dicendo: «Picciotti, cosa vi ho fatto?» e viene colpito da diversi colpi di pistola che si rivelano letali.

La sua fede, intrinseca nel suo operato, fu una delle ragioni che condusse la malavita a compiere questo gesto estremo e fu una delle ragioni per cui la sua morte venne considerata martirio. Nel 1993 papa Giovanni Paolo II si reca ad Agrigento per incontrare i genitori di Rosario, tiene un discorso improvvisato in cui chiede al popolo siciliano, e in particolare ai malviventi, di convertirsi a Dio e ribellarsi alle associazioni mafiose. A partire da questo momento venne indetto il processo di beatificazione che si concluderà, poi, nel 2021 con la proclamazione a beato.

Cosa è rimasto di questa esperienza

La mostra ha visto il susseguirsi di diverse guide volontarie, provenienti da diverse associazioni, che hanno aiutato ragazzi delle scuole superiori, e tanti altri visitatori, ad entrare nella vita di Livatino: un uomo presente e d’esempio per tutti i giovani che ancora oggi si trovano a far parte di realtà territoriali che intralciano la libertà dei loro concittadini, facendoli vivere in un clima di paura e sottomissione.

Per noi, guide volontarie Caritas, conoscere la vita di Livatino è stato un vero e proprio incontro più che con la sua figura, con la sua persona; guidandoci con la sua storia ad un approccio responsabile e caritatevole anche nei confronti di coloro che nella vita commettono dei grossi sbagli, affinché la detenzione – o qualsiasi altro tipo di pena – abbia un fine rieducativo e non punitivo.

* giovani in Servizio Civile Caritas diocesana di Reggio Calabria

“Educati all’Ascolto", chiuso il bando ecco gli aspiranti volontari del servizio civile Caritas

contributo a cura di Alfonso Canale *

Il 22 febbraio si è chiuso il bando 2023 del Servizio Civile Universale per la selezione di 52.236 operatori volontari. Anche quest’anno la nostra Caritas Diocesana fa parte del progetto regionale, approvato e finanziato, “Educati all’Ascolto-Caritas Calabria”, con cinque posti disponibili: 4 presso la sede del Centro di Ascolto monsignor Italo Calabrò di Archi; 1 posto presso la sede del Centro d’Ascolto Diocesano.

In totale, il progetto a livello regionale ha ricevuto 122 domande per 47 posti disponibili nelle altre 9 Caritas Diocesane della Calabria. Il 9 marzo presso l’Hotel Lamezia Terme inizierà la prima fase selettiva e nei giorni a seguire, presso le sedi di ogni singola Caritas Diocesana, si svolgerà la seconda fase selettiva al fine di predisporre le graduatorie ed assegnare i 47 posti disponibili. Il progetto sarà avviato alla fine di maggio e avrà una durata annuale per 25 ore settimanali.

Servizio civile in Caritas, quale la finalità?

La Caritas con il seguente progetto si pone l’obiettivo di sostenere in modo concreto le difficoltà economiche di famiglie indigenti, promuovere l’autonomia di persone in difficoltà e sostenere la salute, combattere la povertà educativa e l’emarginazione sociale, migliorare le condizioni di vita delle persone che vivono in povertà assoluta o relativa (destinatari diretti) con azioni che siano in grado di soddisfare i bisogni primari: alimentazione, igiene, sanità e alloggi, prendendosi cura delle famiglie che vivono in povertà, perché il figlio sarà sempre più povero del padre e il nipote sarà sempre più povero del nonno.

servizio civile reggio calabria

La Caritas Diocesana è una realtà complessa; costituita al fine di promuovere la testimonianza della carità, essa si fa promotrice nella diocesi di numerose iniziative che vanno dalle attività di promozione e animazione sociale, al sostegno socio-assistenziale, all’accoglienza, alle attività di advocacy in difesa degli ultimi e dei più vulnerabili. Uno degli strumenti mediante il quale esse operano è il Centro di Ascolto. 

I Centri d’Ascolto, più volte definiti come «antenne» in grado di captare e leggere i bisogni del territorio, sono infatti «luoghi privilegiati» in cui si intessono relazioni con i poveri. Nei centri di ascolto quotidianamente gli operatori Caritas incontrano persone in difficoltà per le quali, dopo un ascolto attento e spesso reiterato, si attivano percorsi di accompagnamento, definendo uno o più interventi di aiuto specifico, sostenibile e rispettoso delle potenzialità di ciascuno. I giovani volontari del Servizio Civile devono inserirsi come supporto agli operatori delle sedi operative interessate nel progetto, condividendone gli obiettivi e le scelte metodologiche e operative.

I giovani volontari in pratica, si devono porre ad integrazione e mai a sostituzione del personale che opera nelle sedi e con cui, anzi, svolgerà un’esperienza di lavoro altamente formativa attraverso il trasferimento di nozioni teoriche (il sapere) e di modalità di intervento pratico (il sapere fare) nelle molteplici situazioni che, di volta in volta, si debbono affrontare. Nel contempo, ai giovani volontari sarà data la possibilità di vivere da protagonisti ogni fase delle attività della sede operativa, evitando un coinvolgimento solamente formale al progetto.

Un'occasione di crescita attraverso il donarsi agli altri

Il nostro intento è quello che il loro ruolo sia, pur nei limiti previsti dalla legge e dal bando, relativamente attivo, per favorire la crescita dei loro fattori umani e professionali, nel rapporto stringente con chi da anni è impegnato in un’azione di assistenza, preventiva ed educativa di chi si trova nel disagio.


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L’attività di formazione generale di 42 ore e di formazione specifica di 72 ore, prevista nel progetto, è elemento strategico che rafforza l’identità e la qualità del servizio civile, fornisce ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del servizio e sviluppa in essi il senso di cittadinanza attiva e di appartenenza a uno Stato che persegue, attraverso il servizio civile, la difesa della Patria e varia da progetto a progetto secondo il settore d’intervento e le peculiari attività previste dai singoli progetti; concerne tutte le conoscenze di carattere teorico–pratico legate alle specifiche attività necessarie alla realizzazione del progetto.

* segretario Caritas diocesana

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