Arresti in tutta Italia e in sud America: in manette gli esponenti dei clan Morabito-Bruzzaniti-Palamara
Sgominato il cartello ‘ndranghetistico-colombiano della cocaina
Federico Minniti
10 Gennaio 2017
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Una rotta redditizia. Quella tra Bogotà e Africo era ormai "tappa fissa" del narcotraffico internazionale. Da un lato i cartelli colombiani dall'altro il mandamento jonico della 'ndrangheta, con il coinvolgimento delle cosche Morabito-Bruzzaniti-Palamara. A smanetellare l'organizzazione criminale ci ha pensato la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria in un'operazione, denominata "Buena Ventura", che portato all'arresto di 18 soggetti ritenuti intranei al sistema malavitoso in diverse città italiane, come Reggio Calabria, Milano, Napoli, Bologna e Pescara. La 'ndrangheta, come conferma il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, dettava legge ovunque. «Questa attività ha fatto emergere ancora una volta la capacità della 'ndrangheta e dei suoi referenti criminali su tutto il territorio nazionale, di essere organizzazione privilegiata da parte dei narcos dei vari Paesi centroamericani, tant'è che suoi esponenti di particolare "prestigio" criminale usavano soggiornare lunghi periodi in Colombia, come Giovanni Palamara». La Calabria, e in particolare il Porto di Gioia Tauro, rimangono la base operativa. La "testa d'ariete" delle cosche della jonica, Rocco Morabito, boss sessantenne di Africo, era un semplice dipendente di una ditta di import-export di prodotti congelati. E nascosti tra il pesce e la verdura dei container si nascondevano la droga da piazzare nel nord Italia, ma anche nel centro Europa. Morabito era socio con Carlos Eulogio Easquivel Lozada, narcotrafficante arrestato in Colombia per via di un mandato di cattura internazionale. Ogni viaggio equivaleva a trentacinque chili di cocaina importata in Italia. Un ponte di droga e denari che è stato intercettato da un'indagine transnazionale: il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e il Cuerpo National de Polizia colombiano hanno individuato, attraverso intercettazioni ambientali e captazioni telefoniche contenute nelle cinquecento pagine di informativa, una rete impressionante di fiancheggiatori tra Italia, Colombia, Perù, Repubblica Domenicana e Spagna. Fra loro anche un appartenente alle forze dell'ordine. Un finanziare in servizio all'Aeroporto di Bologna. ««L’indagine– spiega il procuratore Cafiero de Raho - ci ha permesso di individuare alcuni basisti che lavoravano come dipendenti dell’aeroporto felsineo, ma anche un finanziere che secondo noi è coinvolto nell’organizzazione». Boss, narcos e pezzi – corrotti – dello Stato. Un business famelico: dalle intercettazioni emerge come le 'ndrine della Locride fornivano anche la storica "proprietà" del mercato della cocaina, la Camorra.
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