Avvenire di Calabria

Un confronto serrato nelle aule del parlamento, ma che fuori fa parlare altri politici e amministratori locali

Sindaci e governatori, ecco il “partito” del terzo mandato

La speranza di Falcomatà: «Si è risollevato un dibattito che coinvolge tutte le forze politiche e che dovrebbe far riflettere»

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Uno dei temi al centro del dibattito politico di questi giorni è il terzo mandato per governatori e sindaci. Un confronto serrato che si è giocato anche nelle aule del parlamento, ma che fuori coinvolge anche amministratori calabresi.

Terzo mandato, tramonta l'ipotesi per i presidenti di Regione

Se l'ipotesi terzo mandato per presidenti della Regione, così caro alla Lega pare essere tramontato, il discorso è diverso per i primi cittadini. Ma non per tutti. Ieri, la Commissione affari costituzionali del Senato si è, infatti, pronunciata a fare dell'abolizione del limite di mandati per i Comuni sotto i cinquemila abitanti, portando invece a tre il limite di mandati per gli enti fino a 15 mila.


Adesso siamo anche su WhatsApp, non perdere i nostri aggiornamenti: VAI AL CANALE


Niente da fare, invece, per i Governatori (almeno per ora). Il decreto Elezioni non prevede una terza possibilità consecutiva di candidatura che avrebbe aperto la strada, ad esempio, alla ricandidatura di Luca Zaia (Lega) in Veneto.

Una questione trasversale

Ciò che emerge dai lavori della commissione è una spaccatura in seno alla maggioranza di centrodestra (anche se - ha chiarito la Meloni - «la questione terzo mandato non rientrava tra i piani del programma elettorale»). Tuttavia, divisioni si registrano anche nel centrosinistra e, in particolare, nel PD dove l'area vicina al presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini è favorevole al terzo mandato consecutivo.


I NOSTRI APPROFONDIMENTI: Stai leggendo un contenuto premium creato grazie al sostegno dei nostri abbonati. Scopri anche tu come sostenerci.


Insomma, ci sono posizioni divergenti nell'uno e nell'altro schieramento. A favore del terzo mandato ci sono i sindaci e l'Anci che propone di estendere il terzo mandato anche ai grandi comuni, superiori a 15 mila abitanti. Lo ha ribadito l'Anci per bocca del suo presidente, il sindaco di Bari Decaro: «la battaglia non si chiude qui», ha detto.

«Dopo che, con il decreto Elezioni, è stato abolito il limite di mandati per i Comuni sotto i cinquemila abitanti e si è portato a tre il limite di mandati per i Comuni fino a 15mila – ancora il presidente dell’Anci – ci è sembrato logico e inevitabile che la stessa questione si ponesse anche per gli ultimi 730 sindaci (soltanto 730 sul totale di quasi 8000 in tutta Italia!) rimasti con il limite dei due mandati, cioè quelli dei Comuni sopra i 15mila abitanti».

Falcomatà e la «speranza» terzo mandato

Il dibattito è arrivato anche a livello locale. Coinvolge anche il sindaco della città di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà che vedrebbe spianata la strada verso un eventuale terza candidatura. Sul terzo mandato afferma: «Insieme ai colleghi sindaci abbiamo sempre affermato che il limite dei due mandati consecutivi fosse un'assurdità da rimuovere al più presto. Adesso è ancora più evidente alla luce della riforma che ha rimosso questo limite per i Comuni più piccoli e che vorrebbero farlo per i presidenti di Regione. Sarebbe più giusto lasciare ai cittadini la scelta, cosi come avviene per tutte le altre cariche elettive, valutando in piena democrazia se un sindaco ha fatto bene o male e se debba o meno essere riconfermato alla guida di una comunità». 


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Giuseppe Falcomatà, che è anche il responsabile per il Mezzogiorno e la Coesione territoriale di Anci ha aggiunto: «Il ritiro dell'emendamento avanzato dalla Lega in Commissione Affari Istituzionali è un fatto grave e significativo. È evidente che siano prevalsi ordini di scuderia alle legittime aspettative dei territori. Di positivo c'è che si è risollevato un dibattito che ha coinvolto tutte le forze politiche e che dovrebbe far riflettere». 

«Da questo punto di vista ritengo che il Partito democratico, all'interno del quale militano i sindaci di tante importanti città italiane, possa assumere una posizione più netta a livello nazionale, abbandonando tiepidi tatticismi. Non si capisce perché se un principio democratico è giusto debba valere per tutti gli organi elettivi dello Stato, tranne che per i sindaci delle città medie e grandi. Se esiste un pericolo di incrostazioni, come è stato detto, dovrebbe valere dappertutto, non solo nei Comuni».

Articoli Correlati