Avvenire di Calabria

Gli insegnanti a tempo indeterminato devono restare per 10 anni

Sostegno, è tempo di riforma

Guido Leone

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La via italiana all’integrazione scolastica è ancora lunga e piena di ostacoli, anche se il nostro Paese è tra i primi ad attuarla aprendo ai disabili le classi delle scuole senza distinzione. Anche se aumentano sui territori le buone pratiche che cercano di mantenere la qualità del servizio su standard positivi permangono delle criticità: dall’insufficiente assistenza in classe alle barriere architettoniche, dalla presenza di insegnanti di sostegno poco formati e con eccessiva discontinuità didattica al servizio di trasporto non sempre garantito.
Secondo i dati ministeriali gli alunni disabili presenti nel corrente anno scolastico negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 224.509 con un incremento di 8.057 unità rispetto all’anno precedente. Nell’anno scolastico 2007/08 erano 174.404, 50.105 in più. Sono concentrati per lo più nella scuola primaria: 79.777, e secondaria di I grado: 65.227. Nella scuola dell’infanzia sono 17.625, 61.880 nella scuola superiore. Nelle classifica delle regioni italiane sui numeri della presenza degli al- lievi disabili la Calabria si colloca al decimo posto con 7.084 unità, 480 allievi in più l’anno precedente;un incremento continuo come si può ben notare (erano 6.591 nel 2014/15; 6.457 nel 2013/14; 6.224 nel 2012/2013 ).
Gli allievi portatori di handicap nelle scuole della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 2.443, così distribuiti: 138 nelle scuole dell’infanzia, 902 nella primaria, 821nella media di primo grado, 840 nelle superiori.
Il recente decreto approvato dal CdM sembra apportare alcune significative novità all’impianto organizzativo dell’inclusione scolastica dei disabili. Intanto sulla regolamentazione e la formazione per gli assistenti all’educazione e all’autonomia (presenti dalla scuole dell’infanzia a quella di secondo grado) finora non prevista e che recitano un ruolo chiave nel processo inclusivo.
Anche per la formazione iniziale dei docenti previste delle novità: sarà attivato un corso annuale di pedagogia e didattica speciale con acquisizione di 60 crediti formativi universitari, comprensivi di 300 ore di tirocinio. Per diventare insegnanti specializzati su sostegno si dirà dunque addio al TFA.
Resta controverso il tema della continuità didattica per gli alunni con disabilità. Se il decreto è chiaro nel sottolineare il nuovo requisito temporale, cioè che i docenti assunti a tempo indeterminato su posti di sostegno ci devono restare per dieci anni prima di chiedere il passaggio su posti comuni, non specifica se questa permanenza deve avvenire nella stessa scuola o con gli stessi alunni.
Si allungano, perciò, i tempi di permanenza sul sostegno ma la continuità non sembra ancora garantita con misure ad hoc, sufficienti a rispondere ai bisogni delle scuole italiane.
Il nostro territorio deve raggiungere alti livelli di qualità nell’integrazione all’interno dei servizi educativi, delle scuole e degli enti di formazione professionale, anche attraverso gli sforzi di integrare strumenti, progetti e politiche.
Si apra, perciò, una stagione nuova. Abbiamo sempre parlato di bisogni e servizi: ora inizia un’epoca, certamente compromessa dal punto di vista economico,ma proprio per questo in una scala di priorità dei bisogni, in cui dobbiamo parliamo di diritti e responsabilità.

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