
Pubblichiamo di seguito la testimonianza di Hanane Hanen, volontaria del Centro di Ascolto Scalabrini della parrocchia Sant'Agostino in Reggio Calabria *
Ho sempre sentito parlare del mondo del volontariato, ma non vi ho dato molta attenzione fino a quando alcuni mesi fa mi sono trovata di fronte a situazioni che mi hanno fatto riflettere, a cominciare dall’assistenza gli anziani che sono rimasti soli, senza più famiglia, e a quelli che hanno comunque bisogno d’aiuto.
Ho avvolto indietro il nastro della mia vita e ho preso a navigare su internet per individuare il posto adatto in cui iniziare a dare una mano. Poi ho trovato delle persone che mi hanno parlato del Centro di Ascolto diocesano “Scalabrini”, nella parrocchia di Sant’Agostino.
Mi sono decisa ad andare a vedere e ho incontrato un gruppo di volontari, tra cui Enza, che mi ha proposto di tenere delle lezioni serali per i numerosi immigrati che si trovano a Reggio Calabria e hanno bisogno di corsi di formazione. L’idea mi ha subito entusiasmato, anche perché così potevo trasmettere quel bagaglio culturale che mi sono portata dietro nei miei viaggi d’emigrazione dal Marocco all’Italia, con mio marito e i miei figli.
Dopo il primo incontro con la realtà varia e articolata del Centro “Scalabrini”, mi sono trovata immersa in mille attività, mentre sentivo crescere in me il desiderio sempre più forte di impegnarmi e di dare il meglio di me.
Il Centro si è rivelato subito un luogo accogliente, dove mi sono sentita come a casa, incoraggiata soprattutto da Andrea e da suor Elvira, la direttrice del Centro. Mano a mano che i giorni passavano mi sentivo sempre più inondata di gioia, mentre prendevo coscienza che la felicità consiste nel dare più che nel ricevere.
Così vivo la mia “avventura” come volontaria e ogni giorno imparo cose nuove, come l’assistenza nel disbrigo di varie pratiche a servizio della nazione e del cittadino, con pazienza e saggezza, assaporando il gusto della vera felicità. Non sempre riusciamo ad aiutare persone senza soldi o bisognose di aiuti materiali, ma nel loro volto sono sempre impegnata a scoprire il volto di Dio.
Il servizio al Centro diocesano “Scalabrini” per me è una lezione di vita: ne ricavo molte esperienze, imparo a condividere la vita con persone che cercano lavoro o che hanno perso il precedente impiego, che faticano a inserirsi nella società italiana, che non capiscono la lingua o non riescono ad esprimere bene le loro difficoltà. E io mi presto a fare da interprete, oltre che da insegnante e, soprattutto, da amica. In particolare, mi sono presa a cuore l’impegno di incoraggiare i bambini a tenere pulite le aree vicine alle loro case, comprese le moschee o le chiese o i luoghi pubblici.
Devo anche conciliare il tempo del servizio con i miei doveri verso la mia famiglia e i miei figli. Ecco, la mia piccola opera, come immigrata che cerca di inserirsi nel Paese che mi ha accolto, sono convinta che crescerà con il tempo e darà il suo contributo alla creazione di una società più accogliente, solidale e sana.