Avvenire di Calabria

Strage via D’Amelio: mons. Lorefice (Palermo), “ogni esercizio di potere di uomini su altri uomini è mafioso e alimenta la mafia”. “Borsellino e agenti della scorta martiri della giustizia e della legalità”

di Redazione Web

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“A scanso di equivoci, ogni esercizio di potere di uomini su altri uomini è mafioso e alimenta la mafia, è potere criminale, e si alimenta alla fonte degli intrighi e delle connivenze omertose, delle protezioni e delle impunità”. Lo ha ribadito poco fa l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia pronunciata durate la celebrazione eucaristica presieduta nella chiesa di S. Maria della Pietà in occasione del 31° anniversario della strage mafiosa di via D’Amelio.

Dopo aver sottolineato che “la fede di un vero uomo o di una vera donna – a maggior ragione di un magistrato o di un agente di polizia – consacra alla giustizia, consacra a riscattare la vita della città umana da tutto quello che la disumanizza, la opprime, non la rende a misura dei piccoli e dei bambini”, il presule ha evidenziato che “la Memoria che oggi rinnoviamo in questa data drammatica per il nostro Paese deve diventare sempre più misura del nostro vivere gli impegni umani e sociali e il nostro servizio alle Istituzioni che oggi rappresentiamo; e molto più, il nostro obiettivo educativo e formativo per le nuove generazioni, parte integrante del compito istituzionale che ci siamo assunti”. “Teniamo desta – ha esortato l’arcivescovo – la memoria dei Giusti, di questi nostri memorabili e amabili Giusti, uccisi nella strage di via D’Amelio 31 anni fa, che hanno dato la vita per una Sicilia libera dal maledetto, nefasto e antievangelico potere mafioso: Paolo Borsellino Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Agostino Catalano”. “Oggi – ha aggiunto – ci è chiesto di onorare questi nostri martiri della giustizia e della legalità con un rinnovato impulso di fedeltà corresponsabile di tutti agli impegni sanciti dalla nostra Costituzione e, soprattutto, dei «cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche” poiché ‘hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore’ (Costituzione, art. 54)”. “Lo dobbiamo anche ai familiari delle vittime”, ha ammonito mons. Lorefice.

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