Avvenire di Calabria

Interviene il vicesindaco metropolitano sull'avvicendamento con la Provincia

«Stringiamo le mani? Sì, solo quelle pulite»

Redazione Web

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di Riccardo Mauro - Il nostro tempo è adesso, siamo davvero di fronte ad un passaggio storico.
Dopo esser rimasto per qualche tempo fermo in stazione, molto più tempo di quanto Reggio potesse permettersi, ora il treno sta davvero partendo. La Città Metropolitana è finalmente una realtà, anche sul piano amministrativo, dell’agire concreto sul territorio.
La scadenza ultima dei tempi previsti dopo l’approvazione dello Statuto Metropolitano ci consegna materialmente le redini del nuovo Ente. Una sfida straordinaria che rappresenta il culmine di un percorso costituente senza precedenti. Penso alla lunga fase di ascolto sui territori, alle centinaia di riunioni ed assemblee tenutesi negli ultimi due anni, ai confronti con gli amministratori, con i sindaci, con le associazioni, con i rappresentanti delle categorie, con il mondo accademico. Penso alla straordinaria partecipazione delle elezioni per il consiglio metropolitano, alla risposta larga, unitaria ed autorevole data dagli amministratori reggini, che hanno consegnato al nuovo ente una maggioranza ampia e strutturata, che ben rappresenta le istanze del territorio ed al contempo riesce a far sintesi sugli aspetti istituzionalmente rilevanti. Credo sia una grande prova di maturità, nient’affatto scontata.
«Presto e bene» ci eravamo detti, e cosi è stato. E da qui in avanti bisognerà fare ancora meglio.
Ci attendono sfide davvero epocali. Una su tutte? Certamente il masterplan del Patto per Reggio Calabria, 133 milioni di euro che non vanno semplicemente “spesi”, ma investiti.
Decine di opere pubbliche strategiche, sia nel centro urbano che nei comuni limitrofi.
Rispetto alle critiche dell’ex presidente Raffa sulla Bovalino- Bagnara, forse dimentica che la “parcellizzazione”, come la definisce lui in senso dispregiativo, è il frutto di uno straordinario lavoro di coordinamento delle istanze che sono arrivate dai territori.
È così che abbiamo costruito il Patto per Reggio, lavorando insieme, associando uno per uno i pezzi del mosaico. E se per lui rappresenta solo un rimpianto, per noi la Bovalino-Bagnara rappresenta una sfida. Ciò che non è riuscita a fare una classe dirigente figlia di un vecchio modo di fare politica, lo farà la nuova.
La voglia di dare risposte ai cittadini è tanta, le motivazioni sono al massimo, contrariamente a quanto letto giorni fa, e da Roma finalmente ci guardano con occhi diversi. In Consiglio abbiamo competenza, rappresentatività, coerenza, esperienza, capacità tattica e strategica. Ed oggi più che mai c’è la consapevolezza che amministrare un territorio, fare politica, è un’opera di servizio nei confronti della comunità.
I tempi sono cambiati, adesso ci si misura sui fatti, sui risultati. Reggio ci ha chiesto un cambio di passo netto. Conosciamo i problemi di questa terra e faremo di tutto per risolverli attraverso la programmazione. Abbiamo il dovere di colmare un gap enorme rispetto al resto d’Italia, se necessario batteremo i pugni per i nostri concittadini per creare nuova occupazione ed evitare che i nostri giovani siano costretti ad andar via per lavorare. Siamo stati investiti di questa grande responsabilità da una platea di amministratori che rappresentano i cittadini dell’intera comunità metropolitana, altro che “addetti ai lavori”.
Questa è la piccola grande rivoluzione prodotta grazie all’influenza positiva del Sindaco e della classe dirigente che lo affianca. «Stringiamo poche mani?». Meglio. Io mi preoccuperei se ne stringessimo troppe. Io sono orgoglioso da amministratore e da cittadino che il mio Sindaco stringa solo le mani giuste. Con la Città Metropolitana non dobbiamo solo voltare pagina, dobbiamo cambiato libro. Ora è tempo di scriverlo insieme.

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