Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
“In qualità di leader umanitari, la nostra posizione è chiara: non parteciperemo alla creazione di alcuna “zona sicura” a Gaza che venga istituita senza l’accordo di tutte le parti e a meno che non siano presenti condizioni fondamentali per garantire il rispetto della sicurezza e di altri bisogni essenziali e un meccanismo per supervisionarne l’attuazione”. Si legge in una nota del Comitato permanente inter-agenzie che riunisce le principali agenzie dell’Onu e altre Ong impegnate negli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
In presenza delle condizioni prevalenti, le proposte di creare unilateralmente “zone sicure” a Gaza “rischiano di creare danni ai civili, compresa la perdita di vite umane su larga scala, e devono essere respinte. Senza le giuste condizioni, concentrare i civili in queste zone nel contesto di ostilità attive può aumentare il rischio di attacchi e danni aggiuntivi”, affermano. Nessuna “zona sicura” è “veramente sicura quando viene dichiarata unilateralmente o fatta rispettare dalla presenza di forze armate”. Qualsiasi discussione sulle “zone sicure” – sottolineano — “non deve distogliere l’attenzione delle parti dall’obbligo di risparmiare i civili – ovunque essi si trovino – e di soddisfare i loro bisogni essenziali, anche facilitando un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli a tutti i civili che ne hanno bisogno”.
Le agenzie umanitarie ricordano che quasi 1,6 milioni di persone sono attualmente sfollate a Gaza: “La popolazione civile di Gaza deve avere accesso all’essenziale per la sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, riparo, igiene, salute, assistenza e sicurezza. Le organizzazioni umanitarie devono avere accesso al carburante in quantità sufficienti per consegnare gli aiuti e fornire i servizi di base. Restiamo impegnati nell’assistenza e nella protezione dei civili e delle altre persone protette, ovunque si trovino. Al personale di soccorso umanitario deve essere garantita la libertà di movimento essenziale per svolgere le proprie funzioni, nel rispetto dei requisiti previsti dal diritto internazionale umanitario”. Una “zona sicura”, ricordano, “è un’area temporanea che mira a mantenere i civili al sicuro, protetti e risparmiati dalle ostilità”.
Le organizzazioni chiedono di garantire la fornitura “degli elementi essenziali per la sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, riparo, igiene, assistenza sanitaria e sicurezza. Permettere agli sfollati di muoversi liberamente e di tornare volontariamente alle loro residenze il prima possibile. Il mancato rispetto di queste condizioni di base può costituire una violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”.
Fonte: Agensir