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Borgo Petelia è un albergo diffuso che si snoda tra le antiche vie di Strongoli, in Calabria
Se è vero che i luoghi bisogna viverli, camminarli e sentirli, c’è anche un modo di restare e far proprio un luogo pur vivendo altrove. Una sorta di motore che spinge a dare un contributo alla crescita della propria regione, pur non abitando stabilmente quei luoghi. È il caso di Walter Schiavo e Mattia De Tursi, che gestiscono Borgo Petelia, un albergo diffuso che si snoda tra le antiche vie di Strongoli, in Calabria.
Una storia ha avuto inizio circa dieci anni fa, quando Lorenzo Berna, professore di urbanistica dell’Università di Perugia, giunse in Calabria con un gruppo di studenti per studiare una città della fascia ionica. Strongoli catturò la sua attenzione per la sua posizione strategica tra mare, montagna e campagna, con un centro storico affascinante ma in stato di abbandono. Ciò che per molti era un limite, per Berna divenne un’opportunità: acquistò e restaurò una casa nel borgo, avviando un progetto di recupero che si ampliò fino a trasformarsi in un sistema di ospitalità diffusa con sette dimore, dove l’arte povera calabrese si fonde con il design contemporaneo.
Come si intreccia la storia di Borgo Petelia con quella di Walter e Mattia? «I nostri papà sono entrambi di Strongoli e noi trascorriamo da sempre le estati lì» racconta Walter, ricordando di lunghe passeggiate in bici, di amici che si incontrano per scoprire nuovi posti dove fare il bagno, di un tempo spensierato in cui conoscono tante persone. A muovere questi ragazzi è la curiosità. Durante le ferie estive passeggiano, esplorano, raccolgono storie di Strongoli. Ed è in una di queste esplorazioni che avviene la conoscenza del prof. Berna e del progetto Borgo Petelia.
Quella di Walter e Mattia rappresenta una scelta consapevole di valorizzazione del territorio. «Non avendo mai vissuto il paese in modo continuo, non siamo stati soggetti a quelle dinamiche che spesso portano i giovani ad allontanarsi dai piccoli borghi. Arriviamo con uno sguardo esterno e, per estensione, riprendiamo il significato della restanza: portiamo la nostra conoscenza del mondo esterno per far progredire il piccolo mondo interno del paese».
Il loro è un progetto che mescola illusione, passione e desiderio di aggregazione, favorendo incontri e scambi culturali con persone del luogo e dei paesi vicini. «Non siamo nostalgici, non vogliamo vivere nel passato, ma costruire un futuro per questo luogo, aprendolo al mondo senza snaturarne l’identità», spiega Walter. L’obiettivo non è solo conservare la memoria di Strongoli, ma far sì che questa possa essere condivisa e vissuta in una chiave contemporanea.
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Da qui l’idea, ad esempio di digitalizzare tutto il materiale fotografico storico raccolto nel tempo, per renderlo fruibile in chiave moderna, attraverso mostre e percorsi interattivi. Borgo Petelia diventa così un ponte tra passato e presente, tra chi è rimasto e chi arriva con occhi nuovi.
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